Fiumi diventati farmacie: nelle acque trovate 53 differenti sostanze

21 Febbraio 2022 11:00

I fiumi di tutto il mondo sono diventati delle farmacie a cielo aperto. E quelli italiani, Po compreso, non fanno eccezione.
Dal Rio delle Amazzoni al Tamigi, dal Mississippi al Mekong: i corsi d’acqua di tutti i continenti sono ormai inquinati da farmaci, con potenziali rischi per l’ambiente e la salute umana.
Decine le sostanze rilevate, precisamente 53 sulle 61 cercate: in testa ci sono la carbamazepina, usata per l’epilessia, e la metformina, impiegata contro il diabete.
A mappare la loro distribuzione su scala globale è una ricerca condotta su campioni d’acqua prelevati in oltre mille località poste lungo 258 fiumi di 104 Paesi e condizionate dalle abitudini di vita di oltre 471 milioni di persone.
Lo studio, coordinato dall’Università britannica di York, è pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas).

I ricercatori hanno infatti preso in esame i fiumi di più della metà dei Paesi del mondo, 36 dei quali non erano mai stati valutati finora per la presenza di residui farmaceutici. Campioni d’acqua sono stati prelevati nei luoghi più disparati: in un villaggio degli indios Yanomami in Venezuela (dove non si usano farmaci) così come nelle città più popolate del Pianeta, ad esempio Delhi, New York e Guangzhou. Lo studio comprende perfino alcune aree caratterizzate da forte instabilità politica, come la regione di Baghdad e la Cisgiordania. In Italia, in questa occasione, è stato analizzato il Tevere.
Il fiume Po era stato oggetto di uno studio dell’Istituto Negri, che aveva rivelato come ogni anno almeno 2,5 tonnellate di farmaci finiscano nelle sue acque, in aggiunta a ormoni, disinfettanti, cosmetici, caffeina, nicotina e sostanze stupefacenti.

I risultati delle analisi dimostrano che i fiumi più contaminati si trovano nei Paesi a medio e basso reddito, specialmente nelle aree in cui si trascura la gestione dei rifiuti e delle acque reflue. Alti livelli di contaminazione risultano associati alle regioni dove l’età media della popolazione è più avanzata e dove sono più alti i tassi di disoccupazione e povertà.

Delle 61 sostanze monitorate, 53 sono state trovate in almeno una località di campionamento: di queste, 4 sono state osservate in tutti i continenti.

La carbamazepina è stata trovata nel 62% dei campioni (ovvero in 652 località di tutti i continenti a eccezione dell’Antartide), seguita dalla metformina (50%) e dalla caffeina (50%). Le più alte concentrazioni cumulative di principi attivi farmaceutici sono state osservate nell’Africa sub-sahariana, nell’Asia meridionale e in Sud America. Il sito più contaminato al mondo è quello di La Paz in Bolivia, lungo il Rio Seke, con una concentrazione che è 115 volte superiore a quella dell’East River di New York. Il numero maggiore di sostanze (ben 34) è stato trovato nel fiume Kai Tak ad Hong Kong.
Al contrario, l’Islanda è l’unico Paese dove non è stata trovata neanche una delle 61 sostanze in esame. In complesso, un quarto di tutti i siti monitorati ha almeno una sostanza farmaceutica sopra il livello considerato sicuro per l’ecosistema acquatico e per il rischio di insorgenza di antibiotico-resistenza.

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