Allarme Onu: “Nove milioni di morti all’anno per inquinamento, più del Covid”
23 Febbraio 2022 13:17
Non si muore di solo Covid. Anzi.
Un rapporto dell’Onu rivela che l’inquinamento generato da Stati e aziende sta causando, a livello globale, un maggior numero di decessi rispetto al Covid.
Smog, pesticidi, plastiche e rifiuti da apparecchiature elettroniche sono da correlare ad almeno nove milioni di decessi prematuri all’anno, mentre alla pandemia da Coronavirus sono da attribuire quasi sei milioni di decessi, secondo quanto stimato ad oggi da Worldometer.
Nei mesi scorsi, l’Agenzia europea per l’ambiente aveva lanciato l’allarme per tutta la Pianura padana, compresa Piacenza. Nella nostra provincia venivano stimate fino a 304 morti premature ogni anno a causa degli alti livelli di polveri sottili, in particolare di PM 2,5.
Una situazione che, secondo l’Onu, richiede un’azione immediata e ambiziosa.
“Gli attuali approcci alla gestione dei rischi legati all’inquinamento e alle sostanze tossiche sono chiaramente fallimentari – osserva il redattore del rapporto, David Boyd – e si stanno traducendo in diffuse violazioni del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”.
Il documento, che sarà presentato il prossimo mese al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, chiede di mettere al bando polifluoroalchile e perfluoroalchile, generati dall’uomo e usati nei prodotti per la casa, come gli utensili da cucina antiaderenti, definiti “sostanze chimiche eterne” perché non si disintegrano facilmente.
Il rapporto raccomanda anche la pulizia dei siti inquinati e, in casi estremi, il trasferimento delle comunità interessate, molte di esse povere, emarginate e indigene, dalle cosiddette “zone di sacrificio”. Il termine, che solitamente descrive le zone per test nucleari, nel rapporto è stato usato per indicare i siti altamente contaminati o i luoghi resi inabitabili dal cambiamento climatico.
Viene citato anche il caso dell’Ilva di Taranto.
Il responsabile dei Diritti umani dell’Onu, Michelle Bachelet, ha definito le minacce ambientali come “la più grande sfida ai diritti globali”.
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