Entro dieci anni viaggi nello spazio a 50mila dollari e soggiorni in hotel tra le stelle

16 Aprile 2022 05:00

Entro una decina di anni il 6% della popolazione mondiale potrebbe permettersi un weekend nello spazio. Alla cifra di 40/50 mila dollari a testa e dopo un breve allenamento.
Un’opportunità quindi non più solo da super ricchi, come hanno dimostrato le recenti imprese di alcuni multimiliardari, ma alla portata di una clientela molto più vasta.
Resa possibile da quello che gli esperti danno ormai per scontato anche in questo settore: l’abbattimento dei costi.
Dopo le missioni di Virgin Galactic, i voli suborbitali di Blue Origin e la prima stazione spaziale commerciale della storia (Axiom-1, nella foto i quattro turisti “civili” all’interno della Stazione Spaziale Internazionale) il viaggio extra-atmosferico è quindi diventato una realtà, non più solo una moda.
Al momento i prezzi sono comunque ancora da fantascienza: pare che un posto su Axiom-1 qualcuno abbia sborsato oltre 50 milioni di dollari, soggiorno sulla Iss compreso.
Per un giro con Blue Origin, l’azienda spaziale del miliardario Jeff Bezos, che alla fine dello scorso anno ha portato nello spazio sei persone, pare che un astronauta improvvisato sia arrivato a pagare 28 milioni di euro. Sono aperte le iscrizioni per altri voli durante il 2022.
Il suo competitor Richard Branson con Virgin Galactic chiede invece tra i 250 e i 400mila dollari per un volo suborbitale. Ha già venduto 700 biglietti.
I costi però sono già destinati a scendere.
Come già successo per la conquista dello spazio: tra il 1970 e il 2000 il costo del lancio di un missile era di circa 18.500 dollari al chilo. Oggi è di 3.000.
Soprattutto perché adesso non rientrano solo rottami. E mentre già si creano società per agevolare persino chi in orbita vorrebbe girare un film (e il nome del primo protagonista non poteva essere che quello di Mission Impossible di Tom Cruise), ci si prepara quindi ad un futuro in cui l’atmosfera potrebbe essere più affollata del centro commerciale in un sabato piovoso.
Già in questo momento nelle orbite più prossime alla Terra galleggiano 2.612 satelliti su 3.372 complessivi.
Nel prossimo decennio si prevede ne verranno lanciati altri mille ogni anno.
Il solo Elon Musk per completare la mega costellazione Starlink, progettata per fornire una connessione internet globale, a banda larga e a bassa latenza, punta a farne volare 12.000. 
Project Kuiper, la divisione di Amazon per le reti a banda larga, ha raggiunto un accordo con Arianespace, United Launch Alliance e Blue Origin per effettuare 83 lanci con i quali portare nell’orbita bassa della Terra la maggioranza della sua iniziale costellazione di 3.236 satelliti. I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati diffusi, con Amazon che si è limitata a parlare di un investimento da miliardi di dollari.

AMAZON E L’HOTEL NELLO SPAZIO
Secondo i nuovi piani del proprietario miliardario Jeff Bezos, Amazon contribuirà a costruire un hotel privato nello spazio. La divisione informatica dell’azienda, Amazon Web Services, fornirà supporto logistico, comunicativo e sistemi informativi all’hub spaziale in via di sviluppo, chiamato Orbital Reef.
L’ Orbital Reef dovrebbe accogliere i vacanzieri nello spazio entro il 2030.
L’idea è stata realizzata da titani dell’ingegneria meccanica e degli appalti governativi, tra cui Blue Origin e Boeing.
L’Orbital Reef avrà circa 9.000 metri cubi di spazio modulare, le dimensioni di circa 100 furgoni. E gli astroturisti non si limiteranno a stare in casa.
Genesis Engineering Solutions, un altro partner nell’impresa, sta costruendo un veicolo spaziale da una sola persona per esplorare liberamente lo spazio al di fuori dell’Orbital Reef.
Il “parco commerciale spaziale ad uso misto” ospiterà 10 occupanti a oltre 480 chilometri dalla superficie terrestre e fungerà da pseudo-sostituto per la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), che andrà in pensione intorno al 2030 dopo due decenni di occupazione ininterrotta.
Tuttavia, l’Orbital Reef non è l’unico avamposto spaziale permanente in fase di sviluppo. La Nasa sta elaborando piani ed emettendo contratti per la costruzione di Gateway, una stazione spaziale che sarà utilizzata come pit stop sulla strada per la Luna o Marte.
SpaceX si è assicurata un accordo per fornire supporto logistico per Gateway e altre missioni lunari, battendo Blue Origin e spingendo Bezos a citare la Nasa in giudizio.

[email protected]

© Copyright 2024 Editoriale Libertà