“Internet delle cose” decolla in Italia: un mercato che supera i 7 miliardi di euro

17 Aprile 2022 14:00

Alexa, Echo, Google Home, i termostati intelligenti, le smart tv, il forno che si attiva a distanza, le tapparelle che si alzano all’alba e si chiudono all’imbrunire, le lavatrici che ti avvertono quando finiscono i lavaggio. Ma anche gli irrigatori dei campi che si attivano quando le colture hanno sete, il macchinario industriale che segnala quando una parte è usurata e va cambiata, i lampioni stradali autogestiti, le auto a guida autonoma o assistita.
Questo è l’Internet delle cose (in inglese, Internet of things, “Iot”), vale a dire quegli oggetti che ci circondano all’interno delle nostre case, al lavoro, nelle città, nella vita di tutti i giorni che rispetto al passato sono diventati intelligenti nel corso degli anni.
Per semplificare, si tratta di quelle “cose” in grado di compiere una o più azioni senza l’intervento diretto dell’uomo, perché programmabili o automatizzabili.

Le tre componenti fondamentali dell’Iots sono tre:
– things: gli oggetti che possono essere connessi in rete;
– network: una rete che ospiti tutti i dispositivi connessi;
– cloud: lo spazio di archiviazione che raccoglie i dati rilevati dalle cose connesse, che li analizza e che decide quale azione far compiere agli oggetti.

UN MERCATO CHE SUPERA I 7 MILIARDI DI EURO
Sono 110 milioni gli oggetti connessi e attivi in Italia, poco più di 1,8 per persona.
E nel 2021 si è registrata una forte crescita del mercato Iot, che ha segnato +22% rispetto al 2020 e raggiunge 7,3 miliardi di euro al di sopra dei livelli pre-Covid (nel 2019 valeva 6,2 miliardi).
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che sottolinea come una ulteriore spinta arriverà dal Pnrr, con 30 miliardi di euro destinati a progetti dedicati.
“Il mercato si trova in una fase di grande sviluppo. Aziende, Pubbliche amministrazioni e consumatori sono sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivandone servizi e funzionalità avanzate”, afferma Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Iot.
Secondo la ricerca, a fine 2021 si contano 37 milioni di connessioni Iot cellulari (+9% rispetto al 2020) e 74 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+25%).
Tra queste, una spinta arriva dalle reti Lpwa (Low Power Wide Area), reti a bassa potenza ed ampio raggio, che raddoppiano in un solo anno, passando da 1 a 2 milioni di connessioni.
Sul fronte dei consumatori, i principali dispositivi connessi sono le smart Tv, gli speaker audio e le luci intelligenti, oltre ai dispositivi di sicurezza domestica e gli elettrodomestici smart.
Sul fronte delle Pmi alcuni esempi sono le macchine agricole connesse, oppure i macchinari industriali che permettono, sfruttando la lettura dei dati, di anticipare il malfunzionamento.
L’Osservatorio ha condotto anche un’indagine che ha coinvolto 95 grandi imprese e 302 Pmi italiane in ambito Industrial Iot, da cui emerge che ben l’80% delle grandi aziende ha attivato servizi a valore aggiunto basati sull’Internet of things (+4% rispetto al 2020).

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