Inquinamento, uno studio scagiona i Suv: “Guidano la corsa verso elettrico e ibrido”
20 Aprile 2022 05:00
Per tanti anni sono stati accusati di essere tra i principali responsabili dell’aumento dell’inquinamento atmosferico, visto che il loro impatto a livello di emissioni di Co2 è mediamente superiore del 13% rispetto alle altre tipologie di auto come berline, wagon e monovolume.
Ma una recente ricerca sembra in qualche modo “scagionare” i Suv. È vero che quelli a benzina e diesel producono più smog, ma se si analizzano in dettaglio le tendenze sulle emissioni medie nel corso del 2021, si scopre che proprio i Suv hanno giocato un ruolo primario nella diffusione delle varianti elettriche o ibride plug-in, quindi le tipologie di vetture meno impattanti sull’ambiente.
In particolare i Suv di medie dimensioni si sono sono confermati i veicoli più ecologici in Europa con emissioni medie di 65,4 g/km, il valore più basso tra ben 14 segmenti.
Un risultato in gran parte dovuto all’introduzione di di molte novità compresi modelli 100% elettrici.
Lo sottolinea l’ultima edizione del rapporto di Jato Dynamics intitolato “Driving the Change for Good: The EV Boom” e basato sull’analisi delle emissioni di Co2 registrare nella Unione europea nel 2021.
“L’accelerazione del mercato verso l’elettrificazione – si legge – è stata in gran parte possibile grazie all’arrivo sul mercato di più Suv elettrici e ibridi plug-in. L’anno scorso, 35 degli 85 modelli completamente elettrici disponibili in Europa erano Suv, che equivale al 41% dell’offerta e rappresenta un salto significativo rispetto al 24% del 2019”.
IL CALO DELLE EMISSIONI
I produttori hanno anche investito molte energie nella promozione e vendita di veicoli elettrici, in parte perché hanno continuato a beneficiare di una serie di allettanti incentivi governativi. Di conseguenza, i pochi semiconduttori disponibili sono stati ampiamente utilizzati nella costruzione di veicoli elettrici, rendendo molto più facile acquistare un veicolo elettrico nuovo di zecca rispetto a un modello tradizionale.
Grazie all’offerta allargata, alle buone condizioni commerciali e alla migliore disponibilità, la domanda di queste auto ha raggiunto livelli record nel 2021.
Come ci si poteva aspettare, ciò ha avuto un impatto positivo sulle emissioni medie in tutto il Continente.
Secondo i dati Jato, per 17 mercati le emissioni di CO2 medie ponderate in volume sono scese da 117,7 g/km nel 2020 a 99,0 g/km lo scorso anno, segnando una significativa riduzione del 16%.
“Questo valore – fa notare Jato Dynamics – è il risultato non solo del miglioramento del mix di vendita contenente più auto a basse emissioni, compresi i Suv meno inquinanti, ma anche del calo generale delle vendite per effetto della pandemia”.
IN NORVEGIA RIDUZIONE RECORD
Progressi sulla riduzione delle emissioni di Co2 sono stati registrati in tutti i 17 mercati analizzati, ma con trend molto diversificati: se è vero che le emissioni medie sono diminuite tra del 5% in Slovenia, il taglio è arrivato fino al 49% in Norvegia: appena 16,9g/km grazie a due immatricolazioni su tre di modelli elettrici.
I Suv più piccoli (noti anche come B-Suv) hanno fatto registrare le emissioni medie più alte tra tutti i sottosegmenti, dietro solo ai modelli di lusso.
Ciò perché questa tipologia è più sensibile al prezzo ed è difficile per i produttori elettrificarli, poiché significherebbe far crescere i listini.
TESLA GUIDA LA CORSA ELETTRICA
Con un record di 165.700 unità nei principali 17 Paesi europei e 169.200 in tutto il continente, Tesla nel 2021 è diventata il marchio preferito per i veicoli elettrici e non sorprende che sia in testa alla classifica delle emissioni per marca con 0,0 g/km. Volkswagen, invece, che ha immatricolato quasi lo stesso numero di auto elettriche di Tesla, occupava la 7a posizione nella classifica delle emissioni medie, ‘appesantita’ dalle vendite dei suoi modelli tradizionali.
Renault si è classificata al secondo posto con una media di emissioni di 86,7 g/km. Grazie al successo di Zoe, ha potuto vendere più auto elettriche che diesel, contribuendo a ridurre le proprie emissioni medie. Tuttavia, nonostante questi progressi, la maggior parte dei veicoli Renault venduti era ancora alimentata da motori a benzina, con una produzione media di 123,4 g/km.
Nel caso di Hyundai, le vendite di auto a emissioni zero e Phev (ibride plug-in) sono cresciute rispettivamente del 26% e del 246%, rappresentando il 24% del suo totale d’immatricolazioni l’anno scorso.
Mini ha chiuso il 2021 in quarta posizione, beneficiando dell’introduzione della Mini Cooper SE 100% elettrica, oltre ad avere una offerta tradizionale basata sostanzialmente su piccole cilindrate.
Tra tutti i 25 marchi presi in esame, Mini ha registrato alcuni dei risultati più impressionanti assicurandosi il quarto posto nella classifica delle emissioni con 90,1 g/km cioè 22,5 g/km in meno rispetto al 2020.
A livello di taglio delle emissioni Mini è stata tuttavia superata da Jeep, che ha ridotto le emissioni medie del 23% a 122,8 g/km. Con 37 g/km in meno rispetto al 2020, questo risultato è da ricollegare all’introduzione delle varianti Phev di Jeep Renegade e Jeep Compass, due modelli che hanno rappresentato il 26% del volume totale del marchio in Europa.
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