I costi dell’energia fanno volare l’inflazione. Nuova impennata dei carburanti

01 Giugno 2022 05:00

Secondo le stime preliminari, a maggio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente). Lo rende noto l’Istat.
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, dopo il rallentamento di aprile, sale a un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a +7,0%).
A trainare l’aumento dei prezzi sono diverse tipologie di prodotto: i beni energetici (la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2% di maggio) e in particolare degli energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,4%; la crescita dei prezzi degli energetici regolamentati è stabile a +64,3%). Crescono anche i prezzi dei beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto di quelli lavorati (da +5,0% a +6,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%).Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +8,7% a +9,7%) sia quelli dei servizi (da +2,1% a +3,1%); rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile). Accelerano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,8% a +6,7%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+3,2%), degli alimentari lavorati (+1,5%), degli alimentari non lavorati (+1,1%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%).

COME CAMBIA IL COSTO DELL’ENERGIA
Le componenti della bolletta di un utente domestico tipo sono cambiate molto dal 2019 a oggi, con l’aumento dei prezzi dell’energia. Nell’infografica Gea la ripartizione dei costi per componente secondo i dati della Banca d’Italia.

NUOVA IMPENNATA DEI CARBURANTI
Non si ferma l’impennata dei prezzi della benzina. Nell’ultima settimana, il prezzo medio della benzina in modalità self si attesta a 1.885,46 euro al litro (in aumento del 12,35% rispetto a 1,873 euro/litro del precedente monitoraggio), quello del gasolio è 1,812 euro/litro (-7,16%). Frena ancora la corsa del Gpl, rilevato mediamente a 0,83 euro/litro (-1,19% rispetto al precedente monitoraggio). Quanto all’andamento mensile, secondo il Mise ad aprile il prezzo medio della benzina si è attestato a 1,769 euro/litro, quello del gasolio 1,768 euro/litro e quello del Gpl a 0,839 euro/litro in deciso calo rispetto a marzo, quando la benzina era stata rilevata mediamente a 2 euro/litro, il gasolio a 1,97 e il Gpl a 0,857.

L’ALLARME DI BANKITALIA
“Nei primi mesi del 2022 i prezzi delle materie prime, in ulteriore accelerazione anche in seguito all’invasione dell’Ucraina, hanno continuato a spingere al rialzo l’inflazione. Quest’ultima in marzo ha toccato il livello più elevato dai primi anni novanta (6,8%), a causa dei forti aumenti della componente energetica nonostante gli interventi del Governo su tariffe e accise. Le persistenti pressioni derivanti dai rincari energetici si sono gradualmente trasmesse anche alle componenti meno volatili dell’inflazione al consumo e ai prezzi dei beni alimentari. In aprile l’inflazione è diminuita al 6,3%, per effetto del taglio delle accise sui carburanti, della riduzione delle tariffe elettriche e del gas sul mercato regolamentato, la prima dopo quasi un anno e mezzo di rincari, e dell’inclusione del bonus sociale per elettricità e gas per le famiglie economicamente svantaggiate”. E’ quanto si legge nella Relazione annuale al 2021 redatta dalla Banca d’Italia.
“Si stima che l’inflazione si mantenga su livelli elevati anche nella restante parte dell’anno, pur in presenza di una graduale attenuazione della dinamica della componente energetica”, prosegue il documento.
“Rischi di ulteriori rialzi provengono dalle ripercussioni del conflitto in Ucraina sui mercati delle materie prime e sulle difficoltà di approvvigionamento dovute alla deviazione di molte rotte commerciali, che si sommano a quelle legate ai lockdown imposti in Cina in risposta all’aumento dei contagi. I prezzi alla produzione dei beni industriali venduti sul mercato interno hanno segnato in marzo un notevole incremento (46,5%), sospinto dai rincari dei beni energetici (128,4 per cento), seguito da quello dei beni intermedi (21,8 per cento) e in misura minore dei beni alimentari (11,3 per cento). I prezzi all’importazione sono aumentati in marzo del 19 per cento (72,5 per cento per i beni energetici)”.

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