Sono 30mila gli asteroidi “vicini” alla Terra, impatto potenziale per quasi 1.400

03 Giugno 2022 05:00

Il più grande asteroide dell’anno è passato “vicino” alla Terra senza creare problemi il 27 maggio scorso.
Nonostante fosse classificato come potenzialmente pericoloso a causa delle sue grandi dimensioni, circa 1,8 chilometri di diametro, non costituiva una minaccia, poiché si è sempre mantenuto alla distanza di sicurezza di 4 milioni di chilometri, circa 10 volte la distanza media tra il nostro pianeta e la Luna.
L’asteroide rientra nella classe di oggetti chiamata Apollo, cioè quel gruppo di 15mila asteroidi circa che periodicamente incrociano l’orbita terrestre: “7335” tornerà a passare vicino alla Terra nel 2055, ma in quell’occasione ad una distanza ancora maggiore rispetto a quella attuale.
GLI ASTEROIDI PIÙ FAMOSI
Il corpo celeste rientra anche negli oltre 29mila oggetti near-Earth (Neo): quegli asteroidi la cui rotta li porterà entro i 48 milioni di chilometri dal nostro pianeta, e che per questo motivo vengono costantemente sorvegliati dalla Nasa.
A questo proposito l’agenzia spaziale americana ha lanciato nel novembre 2021 una missione che ha l’obiettivo di verificare se l’impatto di un veicolo possa deviare con successo un asteroide in collisione con la Terra: la sonda Dart si scontrerà frontalmente con Dimorphos (del diametro di 160 metri) nell’autunno di quest’anno, cercando di cambiarne leggermente la rotta.
I più famosi sono sicuramente gli impatti di Tunguska del 1908 e quello avvenuto a sorpresa vicino a Cheliabinsk nel 2013, ma i sassi cosmici che di anno in anno si limitano invece a “salutare” la Terra sono numerosissimi, almeno 30.000 secondo le stime più recenti.
Tenerli d’occhio è fondamentale per individuare quelli che potrebbero avere una probabilità di impatto, secondo calcoli che in tutto il mondo vengono continuamente rivisti.
Con il suo diametro di 1,8 chilometri, l’asteroide 7335 è stato il più grande a salutare il nostro pianeta nel 2022 e conserverà questo primato per i prossimi 12 mesi: “È un ottimo rappresentate degli asteroidi vicini alla Terra ed è abbastanza grande da meritare approfondimenti e attenzione”, dice l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope.
Fa parte dello stesso gruppo al quale appartengono protagonisti di passaggi memorabili, come 2017 GM, dal diametro di 4 metri, che nel 2017 è passato a meno di 16.000 chilometri: una delle distanze più ravvicinati mai registrate.
Un altro incontro da ricordare è avvenuto nel 2014 con l’asteroide 2014 DX110, dal diametro di circa 30 metri e protagonista di un passaggio all’interno della distanza che separa Terra e Luna, considerato fra i 200 più ravvicinati avvenuti dall’inizio del ‘900. Altri passaggi degni di nota sono stati quelli di 2011 MD, dal diametro di circa 20 metri, che il 27 giugno 2011 è transitato a circa 20.000 chilometri dalla Terra; 2004 FH, dal diametro di 20 metri, il 18 marzo 2004 è passato a circa 50.000 chilometri dalla Terra, e ancora 2014 DA14, che il 15 febbraio 2013 è passato a circa 36.500 chilometri e che, con i suoi 40 metri di diametro, è il più grande fra gli asteroidi che si sono avvicinati a meno di 100.000 chilometri dalla Terra.
QUASI 1.400 A RISCHIO IMPATTO
Fra i 30.000 asteroidi vicini alla Terra, sono attualmente 1.371 quelli che, secondo la lista stilata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), richiedono una particolare attenzione: sono gli oggetti per i quali è stata calcolata una probabilità d’impatto non nulla.
Per esempio, una vecchia conoscenza come (29075) 1950 DA, scoperto nel 1950 e poi perso di vista per mezzo secolo, ha una traiettoria tale da portarlo a colpire la Terra il 16 marzo 2880, ma nuovi calcoli potrebbero aggiornare la traiettoria e addirittura farlo uscire dalla lista.
Lo stesso vale per 2021QM1, che secondo i calcoli attuali potrebbe colpire il nostro pianeta nel 2052; 2010RF12 è a rischio d’impatto nel 2095 e 2000SG344 lo è nel 2071. “Quella degli astroroidi a rischio è una lista dinamica, che varia sulla base dei nuovi dati che vengono raccolti costantemente dagli astronomi di tutto il mondo, e utile – dice Masi – per indicare quali sono gli oggetti sui quali concentrare l’attenzione”.

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