Dati bancari a rischio e pericoli per i minori: italiani spaventati dai cyber-attacchi
12 Giugno 2022 04:56
Il 56,6% degli italiani teme per la propria sicurezza informatica, in particolare per le operazioni di lavoro on line e nei rapporti con la banca. Tra i giovani questa percentuale sale al 62%.
È sempre diffuso, poi, il timore delle cyber minacce, sull’onda degli attacchi informatici a istituzioni e aziende e della proliferazione della microcriminalità in rete. Invariato: È sempre diffuso, poi, il timore delle cyber minacce, sull’onda degli attacchi informatici a istituzioni e aziende e della proliferazione della microcriminalità in rete.
Lo rivela il rapporto “Vivere e valutare la digital life”, realizzato dal Censis in collaborazione con Windtre.
Le paure riguardano anche il libero accesso alla rete dei minori (34,7% degli intervistati), i rischi di dipendenza e quindi per le minacce alla salute mentale (23,7%) e gli hater che aggrediscono le persone sul web (22%). Invariato: Le paure riguardano anche il libero accesso alla rete dei minori (34,7% degli intervistati), i rischi di dipendenza e quindi per le minacce alla salute mentale (23,7%) e gli hater che aggrediscono le persone sul web (22%).
Per la prima volta viene rilevata tra gli utenti di internet una forte preoccupazione per i cyber-attacchi, che «insidiano il diritto alla connessione, che per gli italiani va tutelato garantendo adeguate protezioni dalle minacce». Invariato: Per la prima volta viene rilevata tra gli utenti di internet una forte preoccupazione per i cyber-attacchi, che “insidiano il diritto alla connessione, che per gli italiani va tutelato garantendo adeguate protezioni dalle minacce”.
Gli italiani e internet
Secondo il report, il 71,5% degli italiani ha una connessione a internet sia per la rete fissa, sia per quella mobile; il 17,7% solo la linea mobile, il 10,8% solo quella rete fissa. Invariato: Secondo il report, il 71,5% degli italiani ha una connessione a internet sia per la rete fissa, sia per quella mobile; il 17,7% solo la linea mobile, il 10,8% solo quella rete fissa.
Agli operatori di rete sono richieste connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità dei contenuti (51,6%), connessioni affidabili, senza incorrere in interruzioni (41,7%), un servizio di assistenza rapido e facilmente accessibile in caso di guasti o di problemi amministrativi (31,1%). Il 43,9% degli italiani (il dato sale al 51,5% tra i laureati e al 55% tra i giovani) pagherebbe qualcosa in più pur di avere la connessione con i requisiti indicati. Invariato: Agli operatori di rete sono richieste connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità dei contenuti (51,6%), connessioni affidabili, senza incorrere in interruzioni (41,7%), un servizio di assistenza rapido e facilmente accessibile in caso di guasti o di problemi amministrativi (31,1%). Il 43,9% degli italiani (il dato sale al 51,5% tra i laureati e al 55% tra i giovani) pagherebbe qualcosa in più pur di avere la connessione con i requisiti indicati.
Favorevoli al 5G
La maggioranza è favorevole al 5G. In un periodo in cui fake news e teorie del complotto avevano associano nuove tecnologie, Covid e vaccini, il 5G sembra comunque beneficiare di un ampio consenso sociale. Il 57,1% degli italiani (il 68,4% dei giovani, il 62,5% dei laureati) è favorevole a rendere la nuova tecnologia operativa ovunque, il 14,9% è invece contrario, convinto che faccia male alla salute, mentre il 28% è incerto. Il desiderio di non ritrovarsi con connessioni inadeguate spinge verso il consenso, mentre non decollano le tesi complottiste che associano alle reti di quinta generazione possibili rischi per la salute. Invariato: La maggioranza è favorevole al 5G. In un periodo in cui fake news e teorie del complotto avevano associano nuove tecnologie, Covid e vaccini, il 5G sembra comunque beneficiare di un ampio consenso sociale. Il 57,1% degli italiani (il 68,4% dei giovani, il 62,5% dei laureati) è favorevole a rendere la nuova tecnologia operativa ovunque, il 14,9% è invece contrario, convinto che faccia male alla salute, mentre il 28% è incerto. Il desiderio di non ritrovarsi con connessioni inadeguate spinge verso il consenso, mentre non decollano le tesi complottiste che associano alle reti di quinta generazione possibili rischi per la salute.
Le piattaforme digitali
Le piattaforme digitali sono ormai una parte integrante della vita quotidiana degli italiani. Il 64,8% di chi è dotato di una connessione le utilizza per ascoltare musica e podcast, il 64,7% per guardare film e serie tv, il 39,5% per seguire eventi sportivi, il 31,9% per leggere libri, il 19,3% per frequentare corsi di formazione. Invariato: Le piattaforme digitali sono ormai una parte integrante della vita quotidiana degli italiani. Il 64,8% di chi è dotato di una connessione le utilizza per ascoltare musica e podcast, il 64,7% per guardare film e serie tv, il 39,5% per seguire eventi sportivi, il 31,9% per leggere libri, il 19,3% per frequentare corsi di formazione.
Invariato: Il giudizio sugli effetti sociali dell’utilizzo di massa delle piattaforme è positivo. Per il 49% ampliano la platea di persone che possono accede a cultura e entertainment, per il 30,8% accorciano le distanze tra le generazioni, per il 30,6% riducono le differenze culturali tra i vari Paesi. Invariato: Il giudizio sugli effetti sociali dell’utilizzo di massa delle piattaforme è positivo. Per il 49% ampliano la platea di persone che possono accede a cultura e entertainment, per il 30,8% accorciano le distanze tra le generazioni, per il 30,6% riducono le differenze culturali tra i vari Paesi.
Invariato: Sono minoritarie le quote di coloro che sottolineano soprattutto gli svantaggi: il 17,9% ritiene che vi sia un eccesso di potere delle grandi piattaforme, il 17,5% teme che si amplino le disuguaglianze sociali e culturali in base alle disponibilità di connessione, il 14,3% vede il rischio di un crollo della qualità dell’offerta. Invariato: Sono minoritarie le quote di coloro che sottolineano soprattutto gli svantaggi: il 17,9% ritiene che vi sia un eccesso di potere delle grandi piattaforme, il 17,5% teme che si amplino le disuguaglianze sociali e culturali in base alle disponibilità di connessione, il 14,3% vede il rischio di un crollo della qualità dell’offerta.
Sono gli uomini a utilizzare maggiormente Spotify, Youtube, Netflix e Prime per ascoltare musica (69,3%, contro il 60,5% delle donne), guardare eventi sportivi (50,7% contro il 28,7%), seguire Invariato: Sono gli uomini a utilizzare maggiormente Spotify, Youtube, Netflix e Prime per ascoltare musica (69,3%, contro il 60,5% delle donne), guardare eventi sportivi (50,7% contro il 28,7%), seguire corsi di formazione (22,2% contro il 16,5%), mentre in egual misura vi hanno seguito film e serie tv (66,6% gli uomini e 63% le donne). Grandi utilizzatori delle piattaforme digitali sono i giovani: all’80,5% è capitato di utilizzarle per ascoltare musica e podcast, all’85,3% di vedere film o serie tv, al 49% per vedere eventi sportivi. Invariato: corsi di formazione (22,2% contro il 16,5%), mentre in egual misura vi hanno seguito film e serie tv (66,6% gli uomini e 63% le donne). Grandi utilizzatori delle piattaforme digitali sono i giovani: all’80,5% è capitato di utilizzarle per ascoltare musica e podcast, all’85,3% di vedere film o serie tv, al 49% per vedere eventi sportivi.
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