L’Africa ha il 60% delle risorse solari mondiali, ma solo l’1% di impianti fotovoltaici
28 Giugno 2022 05:00
Sono 600 milioni gli africani che oggi vivono senza elettricità, il 4% in più rispetto al 2019.
Colpa della pandemia e della crisi che ha investito il continente dopo l’invasione russa dell’Ucraina, che ha ha fatto salire alle stelle il costo delle materie prime, dell’energia e del cibo, causando un’inversione di tendenza rispetto ai progressi fatti negli ultimi 10 anni, soprattutto in Paesi come Ghana, Kenya, Ruanda.
A due anni dallo tsunami Covid, sono 25 milioni in più le persone che non hanno accesso all’energia elettrica.
Lo ha reso noto l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nell’Africa Energy Outlook 2022, nel quale ha analizzato gli scenari attuali e quelli futuri per il continente.
Alla crisi sanitaria ed economica, si aggiunge quella climatica. L’Africa, infatti, sta già affrontando gli effetti più gravi dei cambiamenti climatici – compresa l’estrema siccità – nonostante abbia minime responsabilità nel problema, generando meno del 3% delle emissioni mondiali di Co2.
Nonostante il quadro non sia affatto roseo, la IEA vede un futuro green per il continente, che dovrebbe spingere sull’aumento dell’efficienza energetica e sull’espansione delle reti elettriche e rinnovabili.
L’Africa, infatti, dispone del 60% delle risorse solari del mondo, ma ospita soltanto l’1% degli impianti fotovoltaici, meno dei Paesi Bassi.
Ed è, invece, in questa direzione che si dovrebbe puntare, “raddoppiando gli investimenti – spiega Fatih Birol, direttrice dell’agenzia – per arrivare al 2030 con una percentuale dell’80% di energia provenienti dalle fonti rinnovabili”.
Le istituzioni finanziarie internazionali, in particolare le banche per lo sviluppo, dovrebbero “ricevere un mandato forte e chiaro da parte degli Stati per fare dell’Africa una priorità assoluta” in grado di attrarre investimenti. Oggi, “l’Africa riceve solo il 7% dei finanziamenti per l’energia verde forniti dalle economie avanzate ai Paesi in via di sviluppo”, insiste l’economista.
Tuttavia, basterebbe un investimento annuo di 25 miliardi di dollari per costruire nuovi terminali Gnl e risolvere il problema energetico in Africa, “quindi – dice Birol – è tutto a portata di mano”. È moralmente inaccettabile, attacca la IEA, che “la povertà energetica in Africa non venga risolta quando abbiamo tutti i mezzi per farlo”.
L’Africa Energy Outlook 2022 esplora uno scenario sostenibile per l’Africa, in cui tutti gli obiettivi di sviluppo energetico vengono raggiunti in tempo e integralmente. Compresi l’accesso universale ai moderni servizi energetici entro il 2030 e la piena attuazione di tutti gli impegni africani sul clima. Le reti elettriche ampliate e migliorate negli ultimi 10 anni forniscono la spina dorsale di questo scenario e sono alimentate sempre più da fonti rinnovabili.
Allo stesso tempo, anche se in un contesto orientato alla decarbonizzazione, la IEA sottolinea il potenziale del gas, ma solo in via transitoria. Il continente, infatti, ha diversi giacimenti di gas naturale non ancora sfruttati. Se lo fossero, “potrebbero generare 90 miliardi di metri cubi all’anno per produrre fertilizzanti agricoli, cemento e acqua potabile dall’acqua del mare”.
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