CSR, le aziende italiane sono sempre più attente nonostante la crisi
06 Luglio 2022 14:00
Per CSR (Corporate Social Responsibility) s’intende l’impegno dell’impresa ad arricchire le proprie scelte di gestione con considerazioni di natura ambientale, etica e sociale. Si tratta di un processo indotto dagli obblighi vigenti in materia, ma anche una scelta volontaria di autoregolamentazione la cui opportunità risiede nella crescente importanza assegnata dal mercato alla cosiddetta brand reputation.
Spesso infatti il “passo in più” verso la sostenibilità è quello deciso autonomamente dall’azienda: si tratta di scelte autonome fatte per migliorare le proprie performance e l’appeal del proprio brand, verso i consumatori e verso altri partner commerciali.
Non solo: molte realtà ancora non si sono rese conto che investire in questo campo permette anche l’accesso a a risorse e opportunità di finanziamento altrimenti difficili da raggiungere.
Dimensione interna ed esterna
La CSR si articola in due dimensioni, quella interna e quella esterna. La prima si riferisce al campo delle risorse umane, della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. In questo rientrano anche l’organizzazione aziendale, la gestione delle risorse naturali e l’impatto sull’ambiente. È l’aspetto a cui forse si fa più attenzione, e quello meglio e più spesso comunicato all’esterno. Esiste anche la CSR esterna, che investe le comunità locali, i partner economici, i fornitori, i clienti, i consumatori, comprendendo anche il rispetto dei diritti umani lungo l’intera filiera produttiva.
X Rapporto Csr sull’impegno sociale, economico e ambientale delle aziende in Italia
E sono sempre di più le aziende italiane che mettono in campo iniziative di CSR: nel 2021 è stato il 96% delle aziende italiane con almeno 80 dipendenti, mentre erano solo il 92% nel 2019.
Questo il dato che emerge dal decimo Rapporto Csr sull’impegno sociale, economico e ambientale delle aziende in Italia, promosso dall’Osservatorio Socialis e realizzato dall’Istituto Ixè, con il patrocinio tra gli altri dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e di 34 atenei italiani. E per il 2022 i dati sono già ottimi: aumenta sensibilmente la percentuale di aziende che ha già confermato il budget per il 2022 (65% rispetto al 40% del 2020), anche se lo spettro di una nuova crisi fa prevedere una contrazione del 17% della spesa per progetti di CSR.
Maggiore attenzione con la crisi
L’indagine è stata presentata pochi giorni fa a Roma: il documento è biennale, e restituisce agli interessati lo stato attuale della Csr in Italia, nel contempo immaginandone il futuro. Quello di quest’anno ha raccolto cifre forse inaspettate: «Sembra un paradosso, ma la crisi determinata dalla pandemia ha costretto le imprese a ripensare le proprie strategie, fissando come non rinunciabili le attività legate alle responsabilità sociali, economiche e ambientali – ha spiegato Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis -. Chi non vuole rimanere indietro deve spingere sempre di più sui valori della responsabilità sociale e adottarli ormai senza riserve, per stare meglio sul mercato in un mondo che cambia».
Quali i campi d’attività?
Quali sono però i settori d’azione delle aziende prese in esame? Perché le buone pratiche della Csr hanno varie sfaccettature. Secondo il Rapporto, le imprese si sono attivate prima di tutto con iniziative all’interno dell’azienda (ben il 50% degli intervistati). Al secondo posto, con un notevole 40%, si piazzano le attività su territorio nazionale, e solo dopo quelle sul territorio più vicino alla sede dell’azienda, con un 36%. In aumento dell’8% rispetto al precedente rapporto, con un buon 21%, ecco le attività a favore dei Paesi esteri.
Più welfare per lo staff
Cambia anche l’attenzione delle aziende verso il proprio staff: quest’anno infatti, per la prima volta, tutte le aziende hanno dichiarato di aver messo in atto almeno un’iniziativa a favore del proprio personale interno. Spicca in cima alla classifica il 38% della formazione, seguita dal 32% della valutazione delle competenze per lo sviluppo di carriere, e un buon 30% di azioni di welfare.
Aumentano gli investimenti per le imprese
In totale, aumenta anche il volume medio di investimenti delle imprese, aumentato di un considerevole 17% nel 2021 rispetto al 2019: si passa quindi a 282mila euro di spesa per ogni realtà presa in esame, per un totale (nel 2021) di 2 miliardi e 162 milioni di euro.
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