Emissioni nocive, arriva un’alga “magica” che toglie il gas dallo stomaco dei bovini
24 Luglio 2022 14:00
Secondo il recente rapporto del Wwf e l’opinione degli esperti che hanno contribuirlo a realizzarlo, la riduzione delle emissioni provenienti dall’agricoltura e dall’allevamento rappresenta una forte priorità nel contesto della decarbonizzazione, dal momento che, da oggi al 2050, questo settore potrebbe essere responsabile di una quota del totale delle emissioni nazionali di metano intorno al 60%.
“Ma né l’Italia, né, a dir la verità, la maggioranza degli Stati membri – spiega l’associazione ambientalista – hanno fin qui incluso nei loro programmi interventi mirati alla diffusione dell’agricoltura biologica e di altri sistemi a basso input che enfatizzano l’uso circolare dei nutrienti e interventi di riduzione della domanda di prodotti ad alta intensità di emissione (in particolare quelli legati all’allevamento bovino), attraverso il cambiamento delle diete umane, alimentazioni alternative per il bestiame e la riduzione degli sprechi alimentari. Questi interventi dovrebbero invece essere considerati prioritari, se si tenesse conto, insieme al potenziale di riduzione delle emissioni di gas-serra, anche dei vantaggi collaterali per la salute umana, per la qualità dell’acqua e dell’aria e per la biodiversità”.
Una risposta a questa esigenza arriva dall’Australia, dove è stato messo in commercio un prodotto, estratto da particolari alghe, che riduce di almeno l’80% il gas metano emesso con la flatulenza da bovini.
Nelle mandrie che consumano anche solo 50 grammi della locale alga rossa asparagopsis, in aggiunta al regolare foraggio, si può avere una riduzione fino al 95% del metano nello stomaco.
La soluzione ecosostenibile è stata sviluppata dall’ente nazionale di ricerca Csiro e dalla James Cook University di Brisbane e la prima licenza di commercializzazione è stata assegnata ai grandi allevamenti CirPro di Port Pirie, che intendono somministrarla a tutti i loro bovini.
L’alga è coltivata già da oltre due anni dalla ditta Ch4 nella nativa South Australia, in mare su lunghe funi, tenute a galla da boe alle estremità e sulla terraferma in vasche e bacini.
L’interesse globale per il prodotto sta crescendo e la Ch4 ha l’obiettivo di raggiungere entro cinque anni 150 milioni di bovini, o circa il 10% del totale mondiale, ha dichiarato il suo direttore generale Adam Main.
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