Via libera allo sversamento in mare delle acque radioattive della centrale di Fukushima
24 Luglio 2022 05:00
L’autorità di vigilanza giapponese sul nucleare (Nra) ha approvato il piano di sversamento nell’oceano dell’acqua radioattiva, formulato dalla Tokyo Electric Power (Tepco) dopo il disastro di Fukushima del 2011.
Il prospetto prevede la costruzione entro il 2023 di un tunnel sottomarino che consenta un rilascio graduale del liquido, accompagnato da un sistema avanzato di filtraggio in grado di rimuovere gran parte degli elementi nocivi presenti nell’acqua tranne il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno che tuttavia l’esecutivo nipponico non ritiene nocivo all’ecosistema se correttamente diluito.
Il progetto ha tra i suoi maggiori oppositori l’industria della pesca, oltre ai residenti dell’intera prefettura di Fukushima, danneggiati pesantemente dall’ostilità dei Paesi vicini e il bando alla importazione dei prodotti agricoli locali.
La Tepco aveva avanzato la formalizzazione del piano alla Nra nel dicembre del 2021. Lo smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051. Nell’incidente del marzo 2011, innescato dal terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami, si verificò il surriscaldamento del combustibile nucleare, a cui fece seguito la fusione del nocciolo, con le esplosioni di idrogeno e la successiva emissione di radiazioni.
Lo smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.
Il Giappone si appresta inoltre a riavviare fino a nove reattori nucleari entro il prossimo inverno per prevenire eventuali criticità delle forniture energetiche nei periodi di punta. Lo ha detto il premier Fumio Kishida, spiegando che istruzioni specifiche sono state fornite al ministero dell’Industria: “Il nostro obiettivo è quello di ripristinare l’operatività di più impianti possibile, fino a 9 entro la stagione invernale, per assicurare sufficiente capacità che serva a coprire almeno il 10% del fabbisogno in Giappone”.
La decisione coincide con la richiesta del governo alla popolazione di ridurre il consumo di elettricità in estate, in un contesto di crescente instabilità negli approvvigionamenti di gas naturale e di petrolio con l’andamento del conflitto in Ucraina.
Secondo fonti governative citate dai media nipponici, cinque dei nove reattori segnalati dal capo dell’esecutivo sono localizzati nella prefettura di Fukui, tre nella prefettura di Saga, e uno a Ehime, a ovest dell’arcipelago.
Tutti i nove reattori sono stati messi in funzione almeno una volta dopo aver superato gli esami sulla sicurezza dell’Autorità di regolamentazione nucleare, instituita dopo l’incidente di Fukushima, nel marzo 2011.
Kishida ha aggiunto di aver incaricato i funzionari del governo di ispezionare 10 centrali termoelettriche per garantire un’alimentazione stabile durante i picchi.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE