Per assistere i malati di demenza c’è Abel, il robot
che riconosce le emozioni
29 Luglio 2022 14:00
Un robot umanoide per testare le teorie della mente umana e assistere i malati di demenza.
Questo l’obiettivo del progetto avviato della start-up deep-tech italiana Emotiva e nato in collaborazione con il Centro di Ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa, usando l’innovativo umanoide Abel, capace di interagire in modo empatico con pazienti affetti da disturbi neurologici.
Tutto è reso possibile da un complesso mix di hardware (in particolare 42 servomotori di nuova generazione che guidano il movimento di testa, braccia e ogni più piccolo dettaglio del volto) e di software di intelligenza artificiale (IA) che permette di riconoscere le espressioni dell’interlocutore e dialogare.
Una sorta di “specchio” umano su cui testare le teorie della mente e del comportamento nonché indurre e comprendere le nostre emozioni grazie anche al nuovo algoritmo di IA, Emotion sviluppato da Emotiva, che ha raggiunto altissimi livelli di accuratezza nel riconoscere le emozioni umane, superiore del 60% rispetto ai livelli di riferimento usati nel mondo della robotica.
Prestazioni per cui il progetto Abel punta ad andare oltre al riconoscimento delle emozioni e contribuire allo studio della demenza: “Utilizzando la sua capacità di apprendere e mostrare empatia – ha detto Lorenzo Cominelli, ricercatore del Centro Piaggio – Abel sarà uno strumento efficace per contribuire a migliorare l’assistenza ai malati di demenza, colmando le lacune comunicative e fornendo un’altra forma di sostegno ai caregiver e ai familiari”.
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