Inizia a germogliare il micro orto lanciato nello spazio:
è tutto “Made in Italy”
30 Luglio 2022 14:00
Con l’irrigazione dei semi di crescione a 6.000 chilometri dalla Terra, è stata avviata la prima coltivazione di verdure nello spazio oltre l’orbita bassa terrestre, all’interno del mini-orto tutto italiano del progetto GreenCube coordinato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi).
Il ciclo di crescita delle piante durerà 15-20 giorni all’interno del nano-satellite realizzato da Sapienza Università di Roma, in collaborazione con Enea e Università Federico II di Napoli, e lanciato lo scorso 13 luglio da Kourou (Guyana francese) con il nuovo vettore Vega-C dell’Agenzia spaziale europea (Esa).
Dopo l’immissione in orbita di GreenCube, è stata svolta la verifica del corretto funzionamento di tutti i sottosistemi di bordo e la temperatura interna alla camera di crescita è stata gradualmente portata a livelli compatibili con la crescita delle piante.
“Il piccolo satellite, la cui orbita passa all’interno delle fasce di Van Allen, sta dimostrando un’ottima resistenza all’ambiente estremamente ostile in cui si trova, caratterizzato da alti livelli di radiazione”, spiegano gli esperti dell’Asi.
Avendo concluso con successo la prima fase delle attività spaziali e avendo stabilizzato la temperatura nella camera di crescita, è stato ora avviato l’esperimento di coltivazione in orbita.
Tramite l’invio di comandi da terra, i semi di crescione inseriti nel substrato di crescita e finora mantenuti dormienti, sono stati irrigati per far partire la germinazione.
Le operazioni attualmente in corso presso le stazioni di terra dei dipartimenti Diaee e Dima della Sapienza di Roma e al Broglio Space Center dell’Asi a Malindi (Kenya) permetteranno di tenere traccia dell’evoluzione della crescita dei micro-ortaggi e dei parametri climatici dell’ambiente di coltivazione.
L’esperimento sarà poi seguito da alcune repliche a terra per studiare l’effetto dell’ambiente spaziale (gravità alterata e alti livelli di radiazioni) sulla crescita delle piante. I risultati permetteranno di fare un passo avanti verso la produzione di ortaggi a supporto delle future missioni di esplorazione umana spaziale oltre l’orbita bassa.
GreenCube è in grado di garantire un ciclo completo di crescita di micro-verdure selezionate fra quelle più adatte a sopportare condizioni estreme, in questo caso il crescione: i risultati saranno cruciali per valutare la risposta delle piante alle condizioni di stress estremo, al fine di utilizzarle come alimento fresco ed altamente nutriente nelle future missioni con astronauti a bordo.
“La ricerca spaziale si sta concentrando sullo sviluppo di sistemi per il supporto alla vita nello spazio – dice Luca Nardi, del Laboratorio Biotecnologie dell’Enea – le piante hanno un ruolo chiave come fonte di cibo fresco per integrare le razioni alimentari preconfezionate e garantire un apporto nutrizionale equilibrato, fondamentale per la sopravvivenza umana in condizioni ambientali difficili”.
Alloggiato in un ambiente pressurizzato e confinato, il micro-orto ha sistemi di illuminazione specifica, controllo di temperatura e umidità, e sensori hi-tech per il monitoraggio e controllo da remoto dei parametri ambientali, della crescita e dello stato di salute delle piante, che trasmetterà a terra tutti i dati.
“Gli organismi vegetali sono in grado di rigenerare risorse preziose come aria, acqua e nutrienti minerali – evidenzia Nardi – ma da non sottovalutare è anche il beneficio psicologico per l’equipaggio – aggiunge Nardi – derivante dalla coltivazione e dal consumo di verdura fresca per far fronte allo stress psicologico cui gli astronauti sono soggetti”.
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