Anche l’Australia si “arrende”: legge sul clima, emissioni zero entro il 2050
18 Settembre 2022 14:00
L’Australia si è impegnata per la prima volta al raggiungimento dell’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050, dopo il passaggio nelle due Camere del parlamento del “Climate bill”, fra le principali promesse in campagna elettorale del nuovo primo ministro laburista Anthony Albanese.
L’obiettivo prescrive un taglio delle emissioni entro il 2030 di almeno il 43%, rispetto ai livelli del 2005.
Dopo l’approvazione alla Camera bassa con 86 voti a 59, ha superato la prova del Senato, dove il governo non ha la maggioranza, con il sostegno dei Verdi e di indipendenti, con 37 voti a 30.
Il passaggio della legge è stato salutato dal governo come “la fine di un decennio di inazione sul clima sotto i precedenti esecutivi conservatori”, e ha riscosso ampio sostegno dai sindacati, dai gruppi imprenditoriali e anche dal movimento ambientalista, anche se attivisti del clima esortano il governo a fare di più.
Il ministro per il Cambiamento climatico, Chris Bowen, ha detto al Parlamento che il passaggio della legge manda un messaggio al mondo: “l’Australia sta riducendo le emissioni ed è seria nel voler cogliere le opportunità di un’energia rinnovabile a prezzi accessibili. Legiferare su questi obiettivi dà certezza agli investitori e ai partecipanti nel mercato dell’energia e aiuterà a stabilizzare i nostri sistemi energetici”, ha aggiunto.
Uno dei maggiori esportatori al mondo di carbone e gas naturale, l’Australia era stata finora restia nell’adottare obiettivi climatici, anche se è stata colpita da feroci incendi boschivi e alluvioni.
E i combustibili fossili, in particolare carbone e gas, rimangono centrali per l’economia australiana, rendendo l’azione sul clima un argomento politicamente contestato. Secondo il portavoce dell’opposizione conservatrice per il clima, Ted O’Brien, le nuove norme “soffocheranno l’economia con formalità burocratiche. La legge laburista è un diretto attacco ai posti fi lavoro e alla prosperità delle comunità regionali”.
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