Il biosensore ecologico rileva
i batteri nell’acqua grazie
alle nanoparticelle d’oro
29 Settembre 2022 14:00
È pronto il biosensore ecologico per rilevare batteri e altri patogeni nell’acqua potabile.
Si tratta di un dispositivo molto sensibile, perché può individuare anche concentrazioni molto basse dei batteri, e riutilizzabile: è in grado, infatti, di auto-disinfettarsi sfruttando semplicemente la luce solare convertita in calore.
Il nuovo sensore è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori guidati dall’Istituto di cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ic) e dall’Università Sapienza di Roma, che ha pubblicato i risultati ottenuti sulla rivista Environmental Science.
Le principali tecniche per il rilevamento dei patogeni nelle acque potabili richiedono attrezzature costose, personale specializzato e un consumo massiccio di reagenti e attrezzatura da laboratorio usa e getta.
Per questo motivo i ricercatori, guidati da Francesca Petronella del Cnr, hanno cercato un’alternativa efficace tra i biosensori, ovvero dispositivi che combinano componenti biologiche e rivelatori per individuare sostanze chimiche e biologiche.
“Il nuovo biosensore riesce a rilevare i patogeni grazie alle proprietà delle nanoparticelle d’oro – spiega Luciano De Sio dell’Università Sapienza, uno degli autori dello studio, – che sono immobilizzate su un substrato di vetro e associate ad un anticorpo”. L’efficacia del sensore è data proprio dalla capacità dell’anticorpo di riconoscere le cellule del batterio in maniera molto selettiva, provocando un cambiamento di colore.
Inoltre, per dare una seconda vita al biosensore e quindi ridurne al minimo l’impatto ambientale ed economico, i ricercatori hanno sfruttato la capacità delle nanoparticelle d’oro di saper convertire la luce in calore: così il dispositivo può auto-disinfettarsi ed essere nuovamente riutilizzato.
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