Co2, metano e diossido
di azoto: nuovo record
per i gas serra in atmosfera
28 Ottobre 2022 14:00
I livelli in atmosfera dei tre principali gas serra (anidride carbonica, metano e diossido di azoto) hanno raggiunto nuovi record nel 2021, secondo un nuovo rapporto della Organizzazione meteorologica mondiale.
La Co2 è arrivata a 415,7 parti per milione (ppm), il metano a 1.908 parti per miliardo (ppb) e il diossido di azoto a 334,5 parti per miliardo. I valori sono rispettivamente il 149%, il 262% e il 124% dei livelli pre-industriali.
Dopo la pandemia le emissioni hanno ricominciato a correre anche in Europa, ma si sono fermate a livelli inferiori rispetto al periodo pre-Covid.
Dai dati preliminari comunicati dagli Stati membri all’Agenzia europea dell’ambiente, nel 2021 le emissioni di gas serra sono aumentate del 5% rispetto al 2020 ma rimangono del 6% inferiori al livello del 2019.
Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 nella lotta ai cambiamenti climatici, avverte l’Agenzia, gli sforzi devono più che raddoppiare.
L’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, nell’ultima edizione del rapporto “Emissions Gap Report 2022”, evidenzia come ciascun statunitense ogni anno emetta 14 tonnellate di Co2 equivalenti, contro una media mondiale di 6,3 tonnellate. Al secondo posti ci sono i russi con 13 tonnellate e poi la Cina con 9,7.
La Commissione europea rilancia sulla lotta all’inquinamento, perché “il Green Deal è qualcosa di più di abbassare le emissioni”, ha ricordato il vicepresidente dell’esecutivo Ue, Frans Timmermans. L’approccio è quello “One Health”, promosso dall’Oms, in cui la salute umana è connessa con quella delle piante, degli animali e degli ecosistemi. Sulla base di questo criterio Bruxelles propone limiti più severi per gli inquinanti e diritto alla compensazione per cittadini e Ong in caso di violazione delle regole Ue sulla qualità dell’aria.
Secondo il progetto di direttiva, il valore limite annuale dell’inquinante più nocivo, il particolato sottile Pm2,5, deve essere abbassato dagli attuali 25 a 10 microgrammi per metro cubo, con l’obiettivo di ridurre del 75% la mortalità legata al Pm2,5 entro il 2030.
La stretta arriva anche su fogne e depuratori, con gli standard Ue che si applicheranno anche ai comuni più piccoli, da mille abitanti, e alle industrie del settore farmaceutico e cosmetico (responsabili del 92% dei micro-inquinanti nelle acque urbane) chiamate a contribuire alla rimozione delle sostanze nocive. Infine, i prodotti di degradazione di erbicidi come il glifosato e bisfenolo A saranno aggiunti nell’elenco degli inquinanti da sottoporre a controlli più severi.
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