Cassetti e cantine pieni di rifiuti elettronici: 9 in ogni casa, 6 funzionano ancora
30 Ottobre 2022 05:00
Cellulari, caricabatterie, computer portatili. Ma anche asciugacapelli, frullatori e, in molti casi, frigoriferi. Non ci sembra, ma le nostre case sono piene di rifiuti.
Sono classificati come tali, infatti, i Raee: si tratta degli apparecchi elettrici o elettronici ormai in disuso o rotti. In media, ciascuno di noi ne conserva nove, secondo logiche che mai applicheremmo ad altri ambiti.
L’81% degli italiani dichiara di possedere in casa almeno un apparecchio ancora funzionante, ma inutilizzato. Il 61%, invece, li tiene anche se rotto: per il 33% si tratta di vecchi cellulari, per il 23% di caricabatterie e per il 17% di laptop.
I motivi? Il 39% pensa di poterlo riparare, mentre il 30% di poterne utilizzare le parti di ricambio, il 23% dichiara ancora di non conoscere la corretta procedura di smaltimento e il 15% ha difficoltà nel raggiungere un centro di raccolta.
Stessa situazione per le batterie: più di un italiano su due dichiara di avere in casa pile e batterie esauste.
È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Ipsos per conto di Erion su un campione di 1.400 cittadini italiani dai 18 ai 75 anni.
Come smaltire i Raee
I cittadini hanno tre modi per smaltire i Raee, almeno un paio sono poco conosciuti.
Innanzitutto il cosiddetto “Uno contro uno”: quando si compra un prodotto equivalente a quello che si vuole dismettere, quest’ultimo si può lasciare al negoziante che è obbligato a ritirarlo gratuitamente.
Per gli acquisti online occorre selezionare la voce “Ritiro Raee”, anche i venditori sul web sono obbligati a ritirarlo.
C’è poi l’ancor meno noto “Uno contro zero”: quando il tuo Raee è di piccole dimensioni (fino a 25 centimetri), il negoziante è obbligato a ritirarlo gratuitamente senza che si acquisti nulla in cambio, purché il negozio abbia una superficie di almeno 400 metri quadrati. Per i punti vendita più piccoli la raccolta è facoltativa.
Infine, ci sono i centri di raccolta comunali: in Italia sono oltre 5.000.
Smaltimenti scorretti
Riguardo alle modalità di dismissione, a fronte di un 63% di intervistati che si sono liberati di almeno un Raee negli ultimi 12 mesi, uno su 6 dichiara di averlo fatto in modo inappropriato, gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica.
Ai primi posti per conferimento scorretto: asciugacapelli (22%), tostapane e frullatore (20%) e caricabatterie per cellulari (18%).
Questo nonostante il 79% dichiari di conoscere i rischi ambientali di un errato conferimento.
Giovani poco informati
Sono i ragazzi della fascia18-26 anni a collezionare più Raee rispetto alla media degli italiani: l’89%, infatti, dichiara di avere almeno un apparecchio elettrico o elettronico ormai in disuso e il 73% di non essersene disfatto anche se rotto.
Basso, anche, il livello di conoscenza e consapevolezza in materia: solo il 26% dei giovani sa cosa significa l’acronimo Raee e il 32% ancora non conosce le criticità ambientali legate a uno scorretto conferimento.
Un gap informativo che porta a gravi conseguenze: 4 giovani su dieci si sono liberati del proprio carica batterie gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica.
Anche in tema pile e batterie esauste, i giovani risultano poco virtuosi: soltanto il 39% conosce i rischi di uno sbagliato conferimento e il 70% le tiene in casa anche una volta scariche.
Cresce la raccolta
Guardando ai comportamenti degli italiani in fatto di sostenibilità, si rileva un trend in calo rispetto al 2021 tra chi dichiara di fare spesso la raccolta differenziata (80% rispetto all’85%). Ed è solo il 39% (-14%) che preferisce riparare un oggetto piuttosto che sostituirlo con uno nuovo. Le nuove generazioni risultano le più propense alla condivisione, come sharing/noleggio, e all’acquisto di prodotti riciclati e ricondizionati.
Segnale positivo, invece, per le abitudini di riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici: aumenta del 7% il numero di intervistati che dichiara di farne spesso la raccolta differenziata.
“L’Economia circolare fatica ancora a trovare spazio nella quotidianità delle persone: dalla ricerca che abbiamo realizzato per Erion, manca, infatti, la piena consapevolezza che tale processo si può innescare proprio a partire dal corretto riciclo dei nostri rifiut”, ha illustrato Alberta Della Bella di Ipsos. “Sono soprattutto le nuove generazioni a rivelare un’adesione più ideale che pratica alle buone regole della sostenibilità – aggiunge – in particolare quando si tratta di Raee. Informare sul fatto che questi rifiuti sono prima di tutto delle risorse e non semplici scarti è fondamentale, ancor di più se consideriamo che quelli correlati ai prodotti elettronici sono quelli con il maggior tasso di crescita”.
“Il quadro che ci presenta Ipsos è allarmante – dichiara Danilo Bonato, direttore generale di Erion – sono davvero ancora troppi i Raee e i rifiuti di pile e accumulatori dimenticati nelle case degli italiani. Se, invece, venissero avviati al corretto riciclo, potrebbero rappresentare una miniera strategica di materie prime di cui il nostro Paese è sempre più povero. Occorre maggiore informazione, questo è chiaro. È importante però che ci sia anche più responsabilità da parte di noi cittadini nello sfruttare maggiormente i servizi a disposizione per conferire le proprie apparecchiature non più utilizzate o non più funzionanti: tenerle dimenticate nei cassetti, in soffitta o in cantina è esso stesso un gesto contro l’ambiente. Bisogna invertire questa tendenza. Mi rivolgo soprattutto ai giovani: voi che rappresentate il futuro, date il buon esempio. Riciclare è fondamentale”.
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