Cresce ancora il consumo di plastica, la Ue rilancia lo stop al packaging “selvaggio”
06 Novembre 2022 14:00
Per ridurre i rifiuti da imballaggio l’Ue prepara una rivoluzione, che coinvolgerà tutti i settori dell’economia, consumatori inclusi.
Tale è la portata delle bozze del nuovo regolamento in materia di packaging, che è in discussione tra i servizi della Commissione europea per essere presentato il 30 novembre.
Si parte dalla considerazione che, “nonostante gli sforzi, i rifiuti da imballaggio continuano ad aumentare, del 19% dal 2009 al 2019”.
Per invertire questa tendenza si pensa a interventi a tutto campo.
A partire dal 2030, gli imballaggi in plastica dovranno contenere una quantità minima di contenuto riciclato recuperato da rifiuti plastici post-consumo.
“Vale anche per le confezioni sensibili”, si legge nel testo, cioè quelle per gli alimenti o i dispositivi medici, che dovranno contenere il 25% di plastica riciclata al 2030 e il 50% al 2040, “senza compromettere i requisiti di sicurezza e igiene”.
Potenzialmente dirompenti sono i target per il riuso e la “ricarica” delle confezioni nel settore bar e ristoranti, soprattutto per i cibi take-away.
Secondo la bozza, dal 2030, il 30% delle bevande da asporto dovrebbe essere in confezione riusabile o “ricaricabile”, per arrivare al 95% nel 2040.
Per i cibi pronti il target sarebbe del 20% al 2030 e del 75% al 2040. Le confezioni monouso dovrebbero essere vietate per la consumazione nei locali.
E si tratterebbe di una sfida alle abitudini consolidate dei consumatori del caffè o dell’insalata da asporto e di una scelta controtendenza rispetto agli ultimi anni, in cui diversi settori industriali hanno costruito catene di produzione e distribuzione per assecondare l’aumento della domanda di cibi pronti e pratici da consumare fuori casa. Anche se ancora in discussione, le nuove regole Ue annunciano scompiglio anche in altri settori dell’economia, destando grande preoccupazione in ambienti industriali. Il riuso sarà incentivato anche per gli imballaggi dei grandi elettrodomestici e per il trasporto in generale, con molte incognite che si aprono nell’epoca dell’e-commerce e della consegna a domicilio divenuta abitudine consolidata.
Tra le altre norme allo studio, ci sono requisiti per le confezioni che raggruppano più prodotti e per la minimizzazione dello spazio vuoto negli imballaggi.
Secondo fonti industriali si tratta di disposizioni particolarmente impattanti su settori in cui la confezione e il suo design sono parte integrante del prodotto, come i profumi. Ma anche per la sicurezza generale delle spedizioni di prodotti in bottiglie di vetro e altri materiali fragili. Le nuove disposizioni non interesseranno solo tutti i produttori o i distributori di beni confezionati, ma anche gli stessi produttori di imballaggi, i quali dovranno essere progettati e concepiti per essere riutilizzate un numero massimo di volte. Il regolamento, inoltre, sostituisce una direttiva del 1994.
Con un’appendice: il primo si applica direttamente, la seconda attraverso il recepimento degli Stati membri. Un approccio che, si legge nella bozza, dal 1994 a oggi si è rivelato inefficace.
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