I rifiuti fanno 120mila viaggi all’anno, soprattutto da Sud a Nord. “Servono 30 impianti”
10 Novembre 2022 05:00
“Per conseguire gli obiettivi fissati dal pacchetto europeo sull’economia circolare al 2035, servono almeno 30 impianti per il trattamento dei rifiuti organici e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili”.
È quanto si legge nello studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”, realizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) e presentato in occasione della fiera Ecomondo di Rimini.
I rifiuti viaggiano troppo
Il rapporto spiega che nel 2020 in Italia sono state prodotte 28,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, delle quali circa 3,1 milioni sono state trattate in regioni diverse da quelle di produzione. Il flusso viaggia principalmente dal Centro-Sud verso il Nord.
Il Nord ha importato circa 1,6 milioni di tonnellate dalle aree del Centro-Sud, che rappresenta il 12% della produzione dei rifiuti di tutto il Settentrione, il quale già oggi, grazie ai propri impianti, riesce quasi a conseguire (10,4%) i target di conferimento in discarica previsti dall’Ue per il 2035.
Il Centro Italia è costretto invece a esportare il 16% (1 milione di tonnellate) della propria produzione di immondizia, nonostante avvii già in discarica una percentuale estremamente elevata, pari al 41,7%, ma non è in grado di garantire tutta la richiesta.
Il Sud ha invece esportato 1,1 milioni di tonnellate che corrisponde al 18% della propria produzione di rifiuti (soprattutto organico).
E la carenza e la cattiva dislocazione degli impianti sono la prima causa dei viaggi dei rifiuti lungo la Penisola, con importanti costi in termini economici e ambientali.
Ogni anno 68 milioni di chilometri
Per trasportare questi 3,1 milioni di tonnellate di rifiuti trattati in regioni diverse da quelle di produzione, nel 2020 sono stati necessari 120mila viaggi di camion, pari a 68 milioni di chilometri percorsi: ciò ha comportato l’emissione aggiuntiva di oltre 40.000 tonnellate di Co2 e 75 milioni di euro in più sulla Tari (il 90% dei quali a carico delle regioni del Centro-Sud). Solo nel 2020, oltretutto, l’Italia ha pagato ben 67 milioni di euro per multe dalla Ue per le inadempienze che sono state contestate sulla gestione dei rifiuti.
Le discariche sono il sistema di trattamento dei rifiuti con il maggiore impatto ambientale, soprattutto per le emissioni di gas serra.
Tuttavia gli ultimi dati – relativi al 2020 – mostrano che sono state ancora smaltite in discarica 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani; 520mila di questi sono stati trattati in Regioni diverse da quelle di produzione.
Mentre gli attuali impianti di trattamento dei rifiuti urbani sono numericamente insufficienti e mal dislocati sul territorio.
Servono 30 nuovi impianti
“Senza una decisa inversione di tendenza – sostiene Utilitalia – sarà impossibile raggiungere i target Ue che prevedono sul totale dei rifiuti raccolti, entro 15 anni, il raggiungimento del 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota inferiore al 10%. Per conseguire gli obiettivi fissati dal pacchetto europeo sull’economia circolare al 2035 – conclude l’associazione – servono dunque almeno 30 impianti per il trattamento dei rifiuti organici e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili. Con il biometano prodotto attraverso il trattamento della frazione organica e l’energia elettrica rinnovabile degli inceneritori, si potrebbero infatti soddisfare rispettivamente le necessità energetiche di circa 230.000 e 460.000 famiglie, pari a circa, rispettivamente, 700.000 e 1,4 milioni di abitanti ogni anno. Il che equivale al 5% delle importazioni di gas dalla Russia pre-conflitto”.
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