Da ieri sulla Terra siamo otto miliardi. E nel 2023 l’India supererà la Cina per abitanti
16 Novembre 2022 14:00
Da ieri la popolazione mondiale ha ufficialmente superato gli 8 miliardi.
La stima ufficiale è dell’Onu che richiama alla “nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro Pianeta”.
Per le Nazioni Unite, “questa crescita senza precedenti” – nel 1950 si contavano 2,5 miliardi di abitanti – è il risultato “di un progressivo aumento della durata della vita grazie ai progressi compiuti in termini di salute, alimentazione, igiene personale e medicina”.
Ma la crescita della popolazione ci pone di fronte a enormi sfide, soprattutto nei Paesi più poveri, in cui esiste un problema di sovrappopolazione.
La soglia degli 8 miliardi viene superata nel bel mezzo della conferenza mondiale sul clima, Cop27, a Sharm el-Sheikh, dove è stata ribadita più volte la necessità che i Paesi ricchi – i maggiori responsabili del riscaldamento globale – supportino i Paesi più poveri nella strada verso la transizione ecologica.
Infatti, ricorda l’Onu, “se la crescita demografica amplifica l’impatto ambientale dello sviluppo economico, i Paesi dove il consumo di risorse materiali e le emissioni di gas serra per abitante sono più elevati, sono in genere quelli dove il reddito pro capite è il più alto e non quelli in cui la popolazione sta crescendo rapidamente”.
Ma è proprio nei Paesi più poveri che la crescita della popolazione pone sfide importanti. “La persistenza di alti livelli di fertilità , che guidano una rapida crescita della popolazione, è sia un sintomo sia una causa del lento progresso dello sviluppo”, scrive l’Onu. Così l’India, che conta 1,4 miliardi di abitanti e che diventerà il Paese più popoloso del mondo nel 2023, superando la Cina, andrà incontro a un sovraffollamento urbano e alla scarsità di risorse. A Bombay, circa il 40% della popolazione vive in baraccopoli, la maggior parte delle quali prive di acqua corrente, elettricità e servizi igienici.
Gli importanti miglioramenti nella salute pubblica, nella medicina, nell’igiene personale e nell’alimentazione, che hanno ridotto il rischio di morte e aumentato l’aspettativa di vita, hanno spinto la crescita della popolazione mondiale che continuerà ad aumentare arrivando a circa 10,4 miliardi nel 2080.
Il tasso di crescita complessivo sta però rallentando: il numero di esseri umani sulla Terra è raddoppiato dal 1974, ci sono voluti 12 anni perché la popolazione crescesse da 7 a 8 miliardi, ma per passare da 8 a 9 miliardi ci vorranno circa 15 anni, fino al 2037. E il mondo è demograficamente più diversificato che mai, con Paesi che affrontano tendenze nettamente diverse che vanno dalla crescita al declino.
Due terzi della popolazione mondiale infatti vive in un contesto di bassa fecondità , inferiore a 2,1 nascite per donna, e allo stesso tempo la crescita della popolazione è sempre più concentrata nei Paesi più poveri del mondo, la maggior parte dei quali si trova nell’Africa subsahariana. La metà della popolazione vive ancora in soli 7 Paesi: Cina, India, Stati Uniti, Indonesia, Pakistan, Nigeria e Brasile.
La crescita globale da qui al 2050 avverrà invece in otto Stati: India, Congo, Egitto, Etiopia, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania. Mentre l’Europa è in costante declino e il suo contributo al prossimo miliardo sarà negativo. Per quanto riguarda l’aspettativa di vita, nel 2019 era di 72,8 anni a livello globale e di 80,4 anni nell’Unione Europea nel 2020. Nei Paesi a basso reddito è di circa 63 anni, quasi 10 anni al di sotto della media.
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