“Entro sei mesi chip di Neuralink in un cervello umano”. Ma c’è un’inchiesta
08 Dicembre 2022 05:00
Entro sei mesi Neuralink sarà in grado di impiantare il suo primo dispositivo nel cervello di un essere umano, per comunicare con i computer attraverso il pensiero. “Ovviamente siamo attenti che funzioni bene, abbiamo presentato tutti i nostri documenti alla Fda (l’agenzia che si occupa della salute pubblica negli Stati Uniti, ndr) e crediamo che entro sei mesi saremo in grado di avere il nostro primo impianto in un essere umano”, ha annunciato Elon Musk, a capo della start up che si occupa di neurotecnologie e anche di Tesla, SpaceX e Twitter.
“Siamo fiduciosi che il dispositivo di Neuralink sia pronto per l’uomo, quindi la tempistica dipende dal processo di approvazione della Fda”, ha poi chiarito Musk su Twitter.
Ma l’orizzonte di sei mesi rappresenta un ulteriore rinvio del progetto.
Nel luglio 2019, Musk aveva stimato infatti che Neuralink potesse eseguire i suoi primi test sulle persone nel 2020. Finora, però, i test sono stati fatti su animali.
Alcune scimmie, con le sperimentazioni, sono state in grado di “giocare” ai videogiochi o di “digitare” parole su uno schermo, semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore sul display.
Musk e gli ingegneri di Neuralink hanno anche fatto il punto sugli ultimi progressi della start-up nello sviluppo del robot chirurgo e nello sviluppo di altri impianti, da installare nel midollo spinale o negli occhi, per ripristinare la mobilità o la vista.
Altre società stanno lavorando al controllo dei computer con il pensiero, come Synchron, che a luglio ha annunciato di aver implementato la prima interfaccia cervello-macchina negli Stati Uniti.
Ma Neuralink è finita sotto indagine federale negli Stati Uniti dopo la morte di 1.500 animali dal 2018 in seguito ai test condotti. Lo riporta il Guardian, sottolineando che lo staff della società ha lamentato test condotti in fretta causando sofferenza e morte degli animali. L’indagine arriva mentre Neuralink è impegnata nello sviluppo di un dispositivo da impiantare nel cervello per aiutare le persone paralizzare a camminare e curare altri problemi neurologici. L’indagine è stata aperta negli ultimi mesi dal Dipartimento americano dell’Agricoltura.
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