Negli Usa la svolta storica sulla fusione nucleare. “Ma trent’anni per utilizzarla”
14 Dicembre 2022 05:00
La Segretaria al Dipartimento americano per l’Energia Jennifer Granholm ha annunciato nella serata di ieri la svolta Usa sulla fusione nucleare: la produzione per la prima volta nella storia, in un laboratorio della California, di una reazione che genera più energia di quella necessaria per innescarla.
“Questo è un risultato storico per i ricercatori e lo staff della National Ignition Facility che hanno dedicato le loro carriere a vedere l’innesco per fusione diventare realtà, e questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte”, ha detto.
Gli Usa hanno intrapreso “i primi passi verso una fonte di energia pulita che potrebbe rivoluzionare il mondo”: lo ha detto Jill Hruby, sottosegretaria Usa per la Sicurezza nucleare, commentando il successo dell’esperimento di fusione nucleare.
L’esperimento
L’energia è stata generata grazie a 192 fasci laser in qualche miliardesimo di secondo.
L’esperimento è avvenuto all’interno di una camera a vuoto, ossia un contenitore dal quale vengono pompata via l’aria, e i laser sono stati puntati su un contenitore cilindrico forato e lungo alcuni millimetri.
Il minuscolo cilindro racchiude a sua volta una capsula sferica dal diametro di tre o quattro millimetri, costituita da un guscio che racchiude e due elementi chiave per ottenere la reazione di fusione nucleare: il deuterio e il trizio.
Penetrando attraverso i fori del cilindro, i fasci laser hanno colpito la parte interna del contenitore, generando dei raggi X e questi hanno colpito il guscio della sferetta, asportandolo e trasformandolo in plasma, ossia in un gas di particelle elettricamente cariche. Espandendosi, il plasma ha compresso il deuterio e il trizio fino a ottenere la pressione e la temperatura ideali per innescare la reazione di fusione.
La rivoluzione è iniziata
Ci vorranno comunque decenni per arrivare all’uso commerciale dell’energia pulita da fusione nucleare dopo l’esperimento in California. Lo ha detto Kim Budil, direttrice del Lawrence Livermore National Laboratory, dove è stato condotto il test. “Ci sono ostacoli molti significativi, non solo a livello scientifico ma tecnologico”, ha premesso. “Questa è stata l’accensione, una volta, di una capsula ma per ottenere l’energia commerciale da fusione c’è bisogno di molte cose. Bisogna essere in grado di produrre molti eventi di accensione per fusione per minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli.
Meglio del confinamento magnetico
L’energia da fusione nucleare prodotta negli Usa è stata ottenuta nella National Ignition Facility, che studia la fusione a confinamento inerziale utilizzando i laser. Sono stati generati circa 25 megajoule di energia utilizzando un impulso laser di poco più di 20 megajoule. Lo ha detto l’esperto di fusione nucleare Stefano Atzeni, dell’Università Sapienza di Roma. “Si tratta – ha aggiunto – di un esperimento di fusione controllata diverso da quelli a confinamento magnetico. Il risultato è importante perché per la prima volta è stata generata una quantità di energia superiore a quella usata per ottenere la reazione. Ma ci vorrà almeno una trentina d’anni affinché la fusione nucleare passi dall’essere una tecnologia sperimentale a una realtà, con reattori in grado di alimentare le nostre città a emissioni zero: tante le sfide tecnologiche che devono ancora essere superate, sia per la fusione a contenimento inerziale con i laser (quella che ha portato al risultato ottenuto al Lawrence Livermore National Laboratory negli Usa) sia per la fusione a confinamento magnetico (la tecnica del reattore Iter in costruzione nel sud della Francia)”, ha concluso.
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