La Bei avverte l’Unione europea: “Sul clima investimenti insufficienti”
01 Marzo 2023 05:00
Gli investimenti delle imprese e degli Stati europei per limitare il riscaldamento globale “procedono”, ma rimangono “chiaramente insufficienti per raggiungere l’obiettivo della neutralità del carbonio nel 2050”.
È quanto rileva la Banca europea per gli investimenti (Bei) in un rapporto pubblicato ieri. “Gli investimenti per il clima nell’Unione europea sono rimbalzati dopo il calo avvenuto durante la pandemia di Covid”, ha spiegato la Bei in occasione del suo Forum annuale organizzato in Lussemburgo, ma “devono intensificarsi notevolmente se l’Europa vuole raggiungere i suoi obiettivi”.
Gli investimenti necessari ogni anno per ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 – un altro obiettivo climatico dell’Ue – ammontano a 1.040 miliardi di euro, secondo il calcolo della Bei. Tuttavia, tra il 2011 e il 2020, l’Europa ha speso una media di 683 miliardi di euro all’anno e vi sono quindi ancora quasi 360 miliardi da trovare ogni anno.
Un elemento “tanto più urgente” in quanto l’Inflation Reduction Act, cioè il piano di sostegno alla transizione energetica adottato dall’amministrazione americana, “rafforzerà la sfida competitiva delle imprese americane” alle loro rivali europee.
Il piano Usa, infatti, “ha il potenziale per incoraggiare le imprese a delocalizzare negli Stati Uniti industrie green innovative”, sottolinea la banca specializzata nel finanziamento a lungo termine delle priorità dell’Unione europea. Da qui l’imperativo, per i governi europei, di “proteggere gli investimenti pubblici rendendoli una priorità nei bilanci nazionali”, ad esempio attingendo ai fondi per la ripresa post-Covid.
Secondo il rapporto “l’attuale fase di inasprimento monetario, unita al debito accumulato durante la pandemia, potrebbe incoraggiare i governi a risanare le proprie finanze pubbliche riducendo gli investimenti”, ma “sarebbe controproducente”, avverte la Bei. Sulla base dell’esperienza degli ultimi cinquant’anni, la banca ricorda, quindi, che il mantenimento o l’aumento degli investimenti durante le crisi consente di mitigarne le conseguenze a medio termine sull’attività economica.
Sul versante privato, l’88% delle imprese europee intervistate dalla Bei nel 2022 ha segnalato una qualche “forma di investimento per limitare il cambiamento climatico”. Un terzo delle aziende (33%) ha agito “per adattarsi agli effetti del cambiamento”. Oltre a continuare gli sforzi di investimento, la Bei invita i responsabili politici europei a “rafforzare il sostegno all’innovazione” e ridurre le “barriere amministrative” che ostacolerebbero gli investimenti.
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