Uno studio fa discutere: “Con il loro stile di vita gli uomini inquinano più delle donne”
08 Marzo 2023 05:00
Le donne hanno stili di vita che emettono in media meno gas serra degli uomini, ma sono più vittime del cambiamento climatico.
“Se a prima vista può sembrare che il cambiamento climatico (di cui i gas serra sono in gran parte responsabili) colpisca tutta la popolazione allo stesso modo, gli studi evidenziano le disparità di genere nei comportamenti che causano le emissioni di gas serra e nelle conseguenze degli sconvolgimenti climatici”, si legge in una nota dell’autorevole economista Oriane Wegner, citata dal quotidiano Libération e che sarà pubblicata integralmente sul sito della Banque de France.
Specializzata in economia del clima, la Wegner si basa su uno studio svedese del 2021 per affermare che “le voci di consumo degli uomini sono la fonte di un 16% in più di gas serra in media rispetto a quelle delle donne”.
La differenza si spiega con la propensione degli uomini a consumare beni e servizi che emettono di più, come i carburanti. Anche la dieta potrebbe giocare un ruolo, nella misura in cui “una meno ricca di carne genera una minore quantità di emissioni”.
Secondo un sondaggio Ifop del maggio 2021, due terzi dei vegetariani in Francia (67%) sono donne.
Nel 2021, gli uomini single hanno emesso in media dieci tonnellate di gas serra, contro poco più di 8 tonnellate delle donne single, anche se la spesa dei primi è superiore di “appena il 2%” a quella delle seconde.
Tuttavia, se il genere è un criterio “rilevante” per spiegare le disparità in termini di emissioni, “il livello di reddito gioca spesso un ruolo più importante”, avverte Oriane Wegner. Di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico, uomini e donne non sono uguali. Secondo una ricerca delle Nazioni Unite citata da Wegner, l’80% delle persone allontanate dalle proprie case a causa di eventi meteorologici estremi è donna, e negli Stati Uniti, dopo l’uragano Katrina del 2005, sono morte più donne che uomini. “Le politiche pubbliche nazionali e i quadri d’azione internazionali potrebbero trarre beneficio dal prendere in considerazione le interazioni tra genere e ambiente per rafforzare la loro efficacia e la loro articolazione con gli obiettivi di giustizia climatica”, conclude l’autrice.
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