L’alleanza tra quattro società rilancia il dibattito sull’energia nucleare in Italia
13 Marzo 2023 05:00
Sviluppare e favorire la diffusione del nucleare di ultima generazione in Europa e verificare la potenzialità di applicazione in Italia dove si registra una «crescente esigenze di sicurezza e indipendenza energetica del sistema elettrico».
È questo l’obiettivo dell’alleanza tra il colosso dell’energia francese Edf, la sua controllata Edison, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare. Le quattro società hanno sottoscritto una lettera d’intenti che apre la strada a importanti prospettive.
Nella visione dei quattro firmatari, infatti, l’energia nucleare può svolgere un ruolo complementare a quello delle fonti rinnovabili, “garantendo stabilità e contribuendo alla sostenibilità ambientale del sistema elettrico», anche alla luce dei target di decarbonizzazione europei e italiani che fissano al 2050 il raggiungimento della neutralità climatica.
L’alleanza tra Edf, Edison, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare si concentra sui piccoli reattori modulari (small modular reactor) che hanno “caratteristiche di sicurezza molto elevate, richiedono investimenti contenuti e possono essere utilizzati per produrre energia elettrica e termica”.
In particolare si tratta di un accordo che “consente di gettare le basi per una riflessione concreta e aperta sul ruolo del nuovo nucleare a supporto della transizione energetica italiana”.
Secondo i dati contenuti nell’ultima edizione del “World nuclear industry status report”, gli impianti nucleari attualmente in funzione nel mondo sono 440.
La nazione che ne ospita di più sono gli Stati Uniti: 92. Seguono la Francia con 56 e la Cina con 55. Pechino, però, ha avviato la costruzione di altre 22 centrali, quindi nel giro di pochi anni diventerà la seconda potenza internazionale per la produzione di energia atomica.
Il Paese maggiormente dipendente dall’atomo è la Francia, con il 69% dell’energia domestica. Segue l’Ucraina con il 55%: un dato solo teorico, però, vista la situazione che si è creata ad esempio alla centrale di Zaporizhzhya dopo l’invasione russa.
Gli altri due Stati nei quali il nucleare produce almeno la metà dell’energia sono il la Slovacchia (52,3%) e il Belgio (50,8%). La Russia si ferma al 20% e gli Stati Uniti al 19,6%.
Il nucleare è fonte per circa il 25% dell’energia elettrica prodotta nell’Unione europea, con 13 Paesi della Ue con reattori nucleari operativi: Belgio, Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia.
Secondo il World Nuclear Industry Status Report (WNISR), alla fine del 2022, su 59 reattori in costruzione, 22 erano in Cina. E 25 sono di ingegneria russa: 5 in Russia, 20 in 8 Paesi esteri (Bangladesh, Bielorussia, Cina, Egitto, India, Iran, Slovacchia, Turchia).
L’Italia, come noto, attraverso un referendum ha deciso di abbandonare la produzione di energia elettrica dal nucleare nel 1987 e ancora oggi è alla prese con la mancanza di un centro nazionale per lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, tra cui quelli dell’impianto piacentino di Caorso.
In Europa c’è chi, come la Germania e l’Austria, ha scelto di prolungare temporaneamente l’uso del carbone per ridurre la dipendenza dal gas di Mosca, chi, come la Francia o il Belgio, rilanciano la costruzione di nuovi reattori nucleari per la propria sicurezza energetica o ritardano la chiusura degli impianti esistenti.
A fine febbraio, a margine dei lavori del Consiglio informale dell’energia che aveva riunito a Stoccolma (Svezia) i governi dell’Unione europea, si è tenuto un incontro promosso dalla Francia per costruire un’Alleanza europea sul nucleare. L’Italia non aveva partecipato alla riunione (convocata per rafforzare la cooperazione europea nel campo dell’energia atomica), diversamente da quanto indicato in un primo momento da fonti transalpine.
«Ministri e rappresentanti ad alto livello di undici Stati membri, tra cui Bulgaria, Croazia, Francia, Ungheria, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia, si sono incontrati questa mattina con la Commissione e la presidenza svedese per riaffermare congiuntamente il loro desiderio di rafforzare la cooperazione europea nel campo dell’energia nucleare», aveva spiegato una nota del ministero francese della Transizione ecologica.
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