Ogni anno otto milioni
di tonnellate di plastica
nei mari: l’81% dall’Asia
20 Marzo 2023 05:00
Il grande nemico dei nostri mari è ormai da anni la plastica. In prima linea nella lotta a questa forma di inquinamento quasi invisibile e negli anni sottovalutata c’è l’Europa. Da poco più di un anno l’Italia ha recepito la direttiva dell’Unione europea contro i prodotti monouso, proprio recentemente la Germania ha alzato le tasse per chi li produce e l’Inghilterra è pronta a vietare l’utilizzo di una serie di articoli come posate, piatti e vassoi.
Il paradosso europeo
Eppure questa strategia nasconde un paradosso. Secondo i dati di Science Advances, infatti, l’Europa è responsabile solamente dello 0,6% della plastica presente negli oceani. Ben l’81%, invece, arriva dall’Asia, l’8% dall’Africa, il 5,5% del Sud America e il 4,5% dal Nord America e lo 0,4% dall’Oceania.Numeri che già aprono una riflessione: i Paesi più ricchi e industrializzati sembrano, infatti, anche quelli che prestano maggiore attenzione a quella che è diventata a tutti gli effetti una delle principali emergenze ambientali.
Ogni anno sono prodotte nel mondo 450 milioni di tonnellate di plastica, otto milioni dei quali si riversano direttamente nel mare. Nell’80% dei casi, ci arrivano attraverso i fiumi e le coste, mentre la restante parte dalle attività di pesca e da quelle collegate.
Il caso-Filippine
A spiccare c’è un altro dato: più di un terzo della plastica che ogni anno infesta gli oceani è responsabilità delle Filippine, con una poco invidiabile quota del 36%. La loro conformazione (sono un arcipelago di quasi ottomila isole), ma soprattutto la poca attenzione, lo rendono il Paese più inquinante, nonostante i “soli” 113 milioni di abitanti. L’India, che ha raggiunto quota 1,4 miliardi, è al secondo posto, ma nettamente staccata: con il 12,9% dell’inquinamento da plastica nei mari. Al terzo posto, la Malesia con il 7,5%.
Mediterraneo e Italia
L’attenzione mondiale è giustamente concentrata sul futuro degli oceani (si stima che nel 2050 in acqua ci sarà più plastica che pesci), ma il Mediterraneo non è messo molto meglio: si stima che contenga che contiene dal 5 al 10% della plastica mondiale. Ogni anno ci finiscono circa 230mila tonnellate di rifiuti plastici. E l’Italia, purtroppo, contribuisce largamente. Il 32% arriva dall’Egitto, ma il 15% da fiumi e coste italiani; segue poi la Turchia con il 10%.
Tra le prime dieci città più inquinanti del bacino del Mediterraneo, cinque sono italiane: la più inquinante è Roma, ma sono presenti anche Milano, Torino, Palermo e Genova.
Allarme 2060
Le politiche dei singoli Paesi e delle istituzioni sovranazionali sono oltremodo importanti, perché nonostante i divieti e le campagne di sensibilizzazione, la produzione di plastica è destinata a triplicare entro il 2060 (superando gli 1,2 miliardi di tonnellate annui) e di conseguenza i rifiuti rischiano di superare il miliardo di tonnellate. Secondo l’Unesco la plastica causa ogni anno la morte di un milione di uccelli e di oltre 100.000 mammiferi marini in tutto il mondo.
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