Acqua, in Italia perdite record: il 42,2%, basterebbe per 43 milioni persone
22 Marzo 2023 12:00
L’Italia da 20 anni è il secondo Paese europeo per quantità di acqua dolce complessivamente prelevata per uso potabile.
In termini pro capite, l’Italia (155 metri cubi annui per abitante) si colloca in seconda posizione, preceduta solo dalla Grecia (158) e seguita a netta distanza da Bulgaria (118) e Croazia (113).
Quella recuperata per impieghi domestici, pubblici, commerciali, artigianali, industriali e agricoli che rientrano nella rete comunale è pari a 9,19 miliardi di metri cubi nel 2020, cioè 25,1 milioni di metri cubi al giorno, pari a 422 litri per abitante.
Di contro, ogni anno nel nostro Paese si perde il 42,2% dell’acqua potabile, pari a 3,4 miliardi di metri cubi, una quantità tale da soddisfare le esigenze idriche di 43 milioni di persone per un anno intero.
Con differenze sostanziali tra Nord e Sud. In nove regioni le perdite sono superiori al 45%, con i valori più alti in Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%).
Tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale, ad eccezione del Veneto (43,2%); il Friuli-Venezia Giulia, con il 42,0%, è in linea con la media italiana. In Valle d’Aosta si registra il valore minimo (23,9%), seppur in aumento di circa due punti percentuali rispetto al 2018. In circa una regione su quattro le perdite sono inferiori al 35%. Lo spiega l’Istat in un report diffuso alla vigilia della Giornata dell’acqua, che ricorre oggi 22 marzo in tutto il mondo.
A fine gennaio sono stati assegnati dal Ministero dei Trasporti 293 milioni di euro, nell’ambito del Pnrr, per gli investimenti in progetti di riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua e relativi interventi di digitalizzazione e di monitoraggio delle infrastrutture. Si tratta di una seconda tranche di finanziamenti: in totale sono stati assegnati 900 milioni di euro per 33 interventi volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti. Entro il 31 dicembre 2024 circa 45.500 chilometri di condotte ad uso potabile dovranno essere “attrezzate con strumentazioni e sistemi di controllo innovativi per la localizzazione e la riduzione delle perdite, favorendo una gestione ottimale della risorsa idrica, riducendo gli sprechi e limitando le inefficienze – si legge in un comunicato del ministero – migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio erogato ai cittadini. Il progetto prevede che a marzo 2026 tali interventi siano estesi a circa 72.000 chilometri di condotte”.
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