Il nord della Colombia nuova frontiera delle rinnovabili a scapito di comunità indigene
12 Aprile 2023 05:00
Nell’estremo nord della Colombia, la costruzione di turbine eoliche sta suscitando discordie e preoccupazioni tra le comunità indigene Wayuu, in una questa regione semidesertica divenuta nuovo eldorado delle energie rinnovabili.
Nel 2016, la società portoghesi Edpr ha chiesto alla famiglia Jusayu il permesso di costruire un parco eolico e una strada di accesso a un altro parco sul loro piccolo territorio nel dipartimento di La Guajira. La famiglia Jusayu, allevatori di capre, si è rifiutata, scatenando in cambio una campagna denigratoria.
Due parchi eolici hanno finora visto la luce in questa regione della costa caraibica, battuta dai venti e calda come un forno, dove l’elettricità e l’acqua potabile scarseggiano. Perché nell’ambito di un vasto piano di transizione energetica, dove l’energia solare ed eolica rappresenterebbero l’8% dell’offerta nazionale, il governo del presidente Gustavo Petro punta a fare della La Guajira una “capitale mondiale dell’energia verde”. Mentre l’eolico rappresenta attualmente solo lo 0,1% della produzione, molto distante dall’idroelettrico (68,3%) e termico (30,7%), 57 parchi, ovvero circa 3.000 turbine eoliche, devono essere costruiti nei prossimi dieci anni in Colombia. Un investimento di oltre 15 miliardi di dollari.
Al confine con il Venezuela, La Guajira è il territorio ancestrale degli indigeni Wayuu, in cui quasi 600 comunità saranno colpite dalle future turbine eoliche, secondo le proiezioni di Indepaz. Per il think tank, infatti, non c’è dubbio che il popolo Wayuu stia cedendo il proprio territorio in un contesto di “inganni” e accordi “irregolari”. In un Paese rifornito principalmente da dighe idroelettriche, l’energia eolica sarà esportata e “La Guajira non vedrà un solo kilowatt che produce”, avverte Joanna Barney, ricercatrice di Indepaz.
Il patriarca della famiglia Jusayu, Moisés, racconta in una denuncia penale contro le società costruttrici come il 18 febbraio 2018 sia stato vittima di un attacco con un machete, nel suo villaggio, nel cantiere del parco Windpeshi. Secondo la figlia Elba, la pressione esercitata dalle aziende per ottenere i permessi è responsabile di una “tragedia” familiare simile alle telenovelas.
In uno dei due parchi di La Guajira gestiti dall’inizio del 2022 da Isagen, una filiale della società canadese Brookfield, 14 turbine eoliche tagliano il vento del deserto. A pochi metri di distanza, la maggior parte delle case Wayuu non ha elettricità. “Ci svegliamo guardando i nostri nuovi vicini. È strano perché siamo sempre cresciuti circondati dalla vegetazione”, dice Luis Iguaran, un insegnante di Lanshalia, l’unica comunità vicina con l’elettricità.”Gli animali non possono più pascolare”, si rammarica. Indepaz ha infatti registrato una riduzione del 50% della popolazione caprina durante i primi cinque mesi di attività. Prima di installare le turbine, l’azienda ha svolto una “previa consultazione” con le comunità locali e ha accettato di finanziare “progetti produttivi” in cambio dell’uso del terreno per 30 anni, afferma Joanna Barney. Quella di Lanshalia ha attivato pannelli solari e 20.000 litri di acqua potabile al mese. Una quantità comunque “insufficiente” per dieci famiglie, segnalano.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE