Qualcosa non torna:
i consumi di energia calano, ma le emissioni aumentano
16 Aprile 2023 05:00
Anche riducendo i consumi energetici sono aumentate le emissioni.
È quanto emerge dall’analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’Enea, riferita al 2022. Un report che lancia anche due campanelli d’allarme.
Il primo: è in forte peggioramento (-54%) l’indice Isprred, elaborato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, emissioni e sicurezza.
Secondo: il deficit commerciale nel comparto low-carbon è aumentato del 14% nel 2022, sfiorando i 3,7 miliardi (0,32% del Pil), dove hanno pesato le importazioni di pannelli fotovoltaici e veicoli ibridi plug-in, ma soprattutto di accumulatori agli ioni di litio che da soli rappresentano il 56% del disavanzo nella decarbonizzazione.
Decarbonizzazione che, appunto, non appare all’orizzonte. L’aumento delle emissioni di CO2 (+0,5%), nonostante il calo dei consumi di energia, è imputabile in primo luogo al maggior utilizzo di carbone e olio combustibile nel termoelettrico (+60%), che ha più che compensato la forte contrazione del gas naturale. In contrasto con la tendenza degli ultimi anni, l’aumento delle emissioni ha riguardato solo i settori ETS (generazione elettrica ed energivori, +5,5%), mentre sono diminuite del 2,5% quelle dei settori non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria), legate queste ultime a un forte rallentamento dell’attività economica, scattata come legittima difesa alle bollette esplose.
Infatti, “come nel resto dell’Eurozona il crollo dei consumi energetici dell’ultimo trimestre è stato causato da contrazione della domanda e azioni di adattamento nell’industria (produzione di beni intermedi -6%), clima eccezionalmente mite a inizio stagione 2022-2023 dei riscaldamenti e misure di contenimento dei consumi”, sottolinea Francesco Gracceva, il ricercatore di Enea che coordina l’analisi. “Da agosto 2022 a febbraio 2023, periodo di riferimento del Piano nazionale di contenimento, i consumi di gas sono stati inferiori del 19% e quelli di elettricità del 4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni”. Il 2022 si ha chiuso con una contrazione dei consumi energetici del 12% nell’ultimo trimestre, che in termini medi annui si traduce in un calo di oltre il 3%, di poco inferiore alla media europea (-4%).
Fra gli aspetti positivi, secondo Enea, c’è la crescita di un punto percentuale della quota di fonti rinnovabili sui consumi finali che si è attestata al 20%. Peccato che, a livello di fonti primarie, il calo dei consumi sia il risultato di un minor impiego di gas (-10%) ma anche di fonti rinnovabili (-12%), a fronte di un maggior ricorso a petrolio (+5,5%) e carbone (+29%). Ecco perché è crollato del 54% l’indice della transizione energetica.
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