L’Unione europea dice no
al riconoscimento facciale negli spazi pubblici

12 Maggio 2023 05:00

Una posizione ambiziosa e forte, il massimo che si potesse ottenere dal compromesso tra i gruppi politici al Parlamento Europeo, in cui è incluso il divieto del riconoscimento biometrico in tempo reale nei luoghi pubblici e il principio della tutela dell’ambiente nello sviluppo di nuovi applicazioni di intelligenza artificiale.
È arrivato ieri il primo via libera degli eurodeputati alla posizione del Parlamento Ue sull’Artificial Intelligence Act, la proposta di Regolamento per fissare un quadro normativo sull’intelligenza artificiale.
Con 87 voti a favore, 7 contrari e 12 astenuti le commissioni per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) e per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) hanno approvato la relazione presentata dai due co-relatori Brando Benifei (S&D) e Dragoş Tudorache (Renew Europe).
Il testo dovrà ora essere votato alla prossima sessione plenaria dell’Eurocamera – in programma tra il 12 e il 15 giugno – per dare il via ai negoziati inter-istituzionali con il Consiglio dell’Ue.
“Nella nostra proposta si rafforza sensibilmente la protezione dei diritti fondamentali, includendo ambiente e democrazia tra gli interessi da perseguire”, ha commentato l’italiano Benifei, mettendo in chiaro che “sosterremo l’innovazione, la ricerca, le nuove imprese e l’open source, e daremo regole chiare agli sviluppatori e alle imprese e pubbliche amministrazioni che utilizzeranno i prodotti”.
L’obiettivo è quello di mettere a terra entro la fine della legislatura (nella primavera del 2024) la prima legislazione al mondo a livello orizzontale e di ampio respiro sull’intelligenza artificiale, “la pietra miliare” che regolamenterà uno degli aspetti più cruciali della gestione della doppia transizione digitale e verde dell’Ue attraverso le nuove tecnologie. “Tutto il mondo ci sta guardando e continuerà a farlo”, esulta il capo-delegazione del Partito Democratico.


Nessuna sorpresa sull’allineamento dell’Eurocamera all’impostazione della Commissione sulla scala di rischio in quattro livelli per regolamentare le applicazioni dell’intelligenza artificiale: minimo (videogiochi abilitati per l’Ia e filtri anti-spam), limitato (chatbot), alto (assegnazione di punteggi a esami scolastici e professionali, smistamento dei curriculum, valutazione dell’affidabilità delle prove in tribunale, chirurgia assistita da robot) e inaccettabile (tutto ciò che rappresenta una “chiara minaccia per la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone”, come l’assegnazione di un ‘punteggio sociale’ da parte dei governi). Per il primo livello non è previsto alcun intervento, mentre l’ultimo livello sarà vietato integralmente.
Secondo la posizione dell’Eurocamera saranno severamente vietati i sistemi che utilizzano tecniche subliminali o manipolative intenzionali, sfruttano le vulnerabilità delle persone o sono utilizzati per il social scoring. L’elenco aggiornato includerà sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale in spazi accessibili al pubblico e ‘a posteriori’, di categorizzazione biometrica che utilizzano dati sensibili, di polizia predittive e di riconoscimento delle emozioni anche nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni educative.
Per quanto riguarda l’alto rischio, gli eurodeputati hanno ampliato la classificazione prevista dall’Artificial Intelligence Act, includendo danni alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali o all’ambiente. La salute comprende il tema dei rischi ambientali, per cui saranno coperte anche infrastrutture critiche come le reti energetiche o i sistemi di gestione dell’acqua. Ecco perché i sistemi basati sull’intelligenza artificiale in questo settore dovranno essere conformi agli standard ambientali europei ed essere in linea con gli standard di impronta ecologica.

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