I Paesi pro-nucleare pressano la Ue: “Possibili 150 GW entro il 2050”. Italia “osservatrice”
17 Maggio 2023 14:00
Includere l’energia nucleare nella strategia di decarbonizzazione della Ue, garantire la sicurezza energetica e la stabilizzazione della rete su scala europea e promuovere lo sviluppo e il dispiegamento di nuove capacità nucleari nell’Unione, compreso un migliore accesso ai finanziamenti.
È quanto chiedono i ministri e i rappresentanti di alto livello di 16 Paesi (Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Svezia e anche Regno Unito come ospite e Italia come osservatore) che ieri a Parigi si sono riuniti nella terza riunione dell’Alleanza per l’energia nucleare promossa dai francesi.
Dopo un primo incontro a Stoccolma il 28 febbraio (che ha coinciso con il lancio vero e proprio dell’Alleanza), poi un secondo a Bruxelles il 28 marzo, a margine del Consiglio Energia, i Paesi in questione si sono incontrati a Parigi alla presenza della Commissaria europea per l’energia, Kadri Simson. A rappresentare l’Italia – che ha partecipato in qualità di osservatore anche alla precedente riunione del 28 marzo – c’era un funzionario dell’Ambasciata d’Italia a Parigi.
Le discussioni si sono articolate attorno a due tavole rotonde: la prima su come costruire una filiera nucleare europea indipendente; la seconda sulle esigenze implicite nel rilancio dell’industria nucleare europea, in particolare in termini di competenze e innovazione. Nella dichiarazione conclusiva diffusa al termine dell’incontro, i ministri e rappresentanti hanno sottolineato in particolare “il contributo essenziale dell’energia nucleare, come complemento alle energie rinnovabili, alla decarbonizzazione della produzione di energia in Europa e al raggiungimento collettivo della neutralità climatica al più tardi entro il 2050”, si legge.
Hanno inoltre stimato che entro il 2050 l’energia nucleare potrebbe fornire fino a 150 Gigawatt di elettricità grazie al funzionamento in piena sicurezza degli impianti esistenti e alla costruzione di 30-45 nuovi grandi reattori e allo sviluppo di piccoli reattori modulari (Smr) nell’Ue.
Viste le pressioni della Francia e dell’aumento degli Stati pro-nucleare, anche la Commissione europea ha preso atto del rinnovato interesse per l’energia dell’atomo e ha promesso presto delle linee guida per la costruzione dei piccoli reattori modulari a livello comunitario. “L’Unione europea può collaborare con gli Stati membri per affrontare sfide chiave: sicurezza nucleare, crescita e competitività delle catene di approvvigionamento, sicurezza e diversificazione”, ha confermato in un tweet la commissaria Simson.
I ministri e i rappresentanti dei Paesi hanno incoraggiato in particolare la Commissione “a riconoscere l’energia nucleare nella strategia energetica dell’Ue e nelle politiche pertinenti, in particolare proponendo iniziative e riconoscendo gli sforzi e l’impegno degli Stati membri a decarbonizzare il loro mix energetico con l’energia nucleare, insieme a tutte le altre fonti energetiche non fossili, come parte della transizione verso la neutralità climatica”, si legge nella dichiarazione.
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