Studio Greenpeace: Pfas presenti nel 19% delle acque potabili lombarde
21 Maggio 2023 05:00
Anche nelle acque lombarde destinate al consumo umano sono presenti Pfas (composti poli e perfluoroalchilici), sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali.
Lo sostiene una nuova indagine di Greenpeace Italia, condotta grazie a numerose richieste di accesso agli atti (Foia) indirizzate a tutte le Ats (Agenzia di Tutela della Salute) e agli enti gestori delle acque potabili lombarde.
Secondo quanto ottenuto da Greenpeace Italia, dei circa 4 mila campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018 e il 2022, circa il 19% del totale (pari a 738 campioni) è risultato positivo alla presenza di Pfas. Un inquinamento che rischia però di essere molto sottostimato, se si considera che le analisi condotte finora sono parziali e non capillari. Guardando ai dati provinciali, la percentuale più elevata di campioni contaminati riguarda la provincia di Lodi, con l’84,8% positivo alla presenza di Pfas; a seguire le province di Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2%. L’area milanese si attesta a metà classifica, con un quinto delle analisi positive.
Tuttavia, in termini assoluti, la provincia di Milano (dove si registra anche un numero più elevato di analisi effettuate) ha il triste primato del maggior numero di campioni in cui sono stati rilevati Pfas (ben 201), seguita dalle province di Brescia (149) e Bergamo (129). Particolari criticità emergono anche nei comuni di Crema (Cremona), Crespiatica (Lodi), Pontirolo Nuovo (Bergamo), Rescaldina (Milano) e nella zona di Cantù-Mariano Comense (Como). Risultati inquietanti sono emersi anche nella città di Milano, dove quasi un campione su tre è risultato contaminato.
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