ChatGpt arriva sugli smartphone, subito una valanga di app truffa
24 Maggio 2023 05:00
ChatGpt, la piattaforma di intelligenza artificiale creata da OpenAI, è disponibile nell’app store della Apple. Anche in questa versione, la chatbox più famosa e discussa del momento consentirà agli utenti di “ottenere informazioni precise senza passare al setaccio annunci o risultati multipli e non conterrà pubblicità”, ha affermato la società in una nota lanciando una frecciatina a Google e assicurando che sarà presto disponibile anche sui dispositivi che funzionano con il sistema Android.
La nuova app darà anche “consigli di cucina, viaggi e aiuterà a creare messaggi sentiti”.
Truffatori già in azione
L’app di ChatGpt è disponibile da pochi giorni, ma diversi truffatori ne stanno già sfruttando la popolarità per ingannare gli utenti e ottenere guadagni in maniera fraudolenta. Gli esperti di sicurezza di Sophos hanno individuato sugli store di Apple e Google diverse applicazioni che promettono funzionalità simili quelle di ChatGpt in cambio di un abbonamento.
In gergo si chiamano “fleeceware”, un tipo di truffa che sfrutta i meccanismi di acquisto in-app dei negozi digitali. Se vengono scaricate, queste applicazioni fasulle prima promettono l’accesso alla piattaforma attraverso prove gratuite e, infine, addebitano senza preavviso costi aggiuntivi per abbonamenti ai quali l’utente non si è iscritto intenzionalmente. Inducono le vittime a pagare una tariffa settimanale o mensile rivelandosi difficili da eliminare.
I truffatori utilizzano anche tattiche ingannevoli come errori di battitura, recensioni false e annunci fuorvianti per attirare e fidelizzare gli utenti. Le app non hanno nulla a che fare con OpenAI o ChatGpt e violano i termini di servizio di OpenAI. “Diversi annunci per questo tipo di applicazioni sono su piattaforme di social media dove è economico fare pubblicità, a volte usano tattiche come errori di battitura nel nome – chiamando l’applicazione Chat Gbt o altro – per escludere le persone che potrebbero essere un po’ più esperte”, spiega Sean Gallagher, ricercatore senior sulle minacce di Sophos
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