Riscaldamento globale
e sprechi: l’acqua in Italia rischia di calare del 40%
08 Luglio 2023 14:00
Fenomeni opposti ma, allo stesso tempo, facce della stessa medaglia: la recente alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna e i lunghi periodi di siccità che colpiscono sempre più frequentemente diverse aree del Paese hanno reso ancora più evidente come il tema dell’acqua sia centrale nel nuovo contesto determinato dalla crisi climatica e sottolineato la necessità di agire prontamente per fronteggiare l’aggravamento di eventi estremi.
Se ne è discusso nel corso della quarta Conferenza nazionale sul clima promossa da Italy For Climate, partendo dalla presentazione del dossier “Troppa o troppo poca? L’acqua in Italia, in un clima che cambia”.
Il nostro Paese gode storicamente di una buona disponibilità di acque: è ancora terza in Europa per risorse idriche (dietro solo a Francia e Svezia), con circa 130 miliardi di metri cubi ogni anno. Tuttavia, questo valore si è calata del 20% negli ultimi decenni: se non si arresterà il riscaldamento globale (la causa principale della riduzione di acqua), la disponibilità potrebbe arrivare a ridursi in breve tempo del 40%, con punte del 90% in alcune aree del Meridione.
Noncuranti del fatto che siamo il Paese europeo con il più alto stress idrico, manteniamo livelli record di prelievo di acqua in Europa: con quasi 40 miliardi di metri cubi all’anno l’Italia è prima e preleva più del 30% della disponibilità idrica annua.
Stiamo quindi intaccando il nostro patrimonio idrico e mettendo in pericolo gli ecosistemi.
L’acqua prelevata in Italia viene destinata per il 41% all’agricoltura, il 24% ad usi civili, il 20% all‘industria e il 15% alla produzione di energia elettrica.
Siamo il secondo paese europeo per prelievi destinati all’agricoltura (dopo la Spagna), ma non sono state attivate procedure avanzate di contabilizzazione degli usi agricoli e non stiamo migliorando le nostre performance. L’Italia vanta anche il triste record europeo di acqua prelevata per usi civili, con 9 miliardi di metri cubi ogni anno (e +70% rispetto al 2000).
Ciò è dovuto sicuramente all’alto livello di perdite della rete idrica nazionale (che sono in continua crescita e ha superato il 40%), ma anche ad una scarsa abitudine alla riduzione degli sprechi: un italiano consuma 220 litri di acqua, il doppio di un cittadino medio europeo.
L’Italia è anche il primo Paese europeo per utilizzo di acqua in industria: 4 volte più della Germania e 8 volte più della Francia.
A livello globale siamo entrati in una fase di «anormalità climatica permanente» che ha già modificato il ciclo dell’acqua aumentando la frequenza e l’intensità di eventi meteoclimatici estremi. L’incidenza della crisi climatica e del riscaldamento globale sta portando effetti devastanti: in vent’anni i ghiacciai alpini in Italia hanno perso in media 25 metri di spessore, oltre 50 miliardi di metri cubi di ghiaccio.
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