Allarme emissioni: “L’1% più ricco inquina come 5 miliardi di persone povere”

29 Novembre 2023 05:00

Con gli attuali impegni sul clima assunti dai Paesi di tutto il mondo il pianeta è su una traiettoria di riscaldamento catastrofico: da 2,5 a 2,9 gradi entro il 2100.
È il drammatico appello che ancora una volta arriva da un organismo internazionale: il rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), pubblicato prima dell’inizio del vertice Cop28 in programma a Dubai dal prossimo 30 novembre.
“Sul riscaldamento globale siamo fuori strada”, l’ultimo monito del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che sprona la comunità internazionale a mettere in campo un’azione drastica sul clima ora: “Il rapporto di oggi sul divario delle emissioni – avverte – mostra che, se non cambia nulla, nel 2030 queste ultime saranno di 22 miliardi di tonnellate superiori a quelle consentite dal limite di 1,5 gradi. Si tratta più o meno del totale delle attuali emissioni annuali di Usa, Cina e Ue messe insieme. Le emissioni di gas serra hanno raggiunto massimi storici, un aumento dell’1,2% rispetto allo scorso anno”.
Nel frattempo arriva anche un’altra drammatica testimonianza sull’emergenza clima: l’1% più ricco della popolazione mondiale, 77 milioni di persone, produce Co2 come i due terzi dei più poveri, 5 miliardi di persone.
A denunciarlo in questo caso è la ong Oxfam, con un nuovo rapporto diffuso a pochi giorni dall’inizio della Cop28. Oxfam propone quindi l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, a carico di chi vive nei Paesi più ricchi e che ha le emissioni più elevate.
Il rapporto, realizzato in collaborazione con lo Stockholm Environment Institute (Sei), offre un’analisi dei livelli di emissioni per diversi gruppi di reddito nel 2019, anno per cui sono disponibili i dati più recenti. Chi fa parte dell’1% più ricco per reddito inquina in media in un anno quanto lo farebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità. Ogni anno, le emissioni di questi super-ricchi, spiega Oxfam, annullano di fatto la riduzione di emissioni di Co2 derivanti dall’impiego di quasi un milione di turbine eoliche.
Nel 2030, le emissioni di carbonio dell’1% più ricco saranno 22 volte superiori al livello compatibile con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi centigradi, stabilito con l’Accordo di Parigi sul clima. Il dossier denuncia ancora come le emissioni di cui è responsabile l’1% più ricco del pianeta causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030.
L’Italia deve accelerare
L’Italia per sette anni dovrà raddoppiare la velocità della transizione se vuole centrare gli obiettivi fissati al 2030.
È quanto emerge dallo studio “A Blueprint for the Energy Transition” di Boston Consulting Group (Bcg), che inquadra la situazione a livello globale e europeo.
In assoluto, a livello globale, la transizione dovrebbe avvenire tre volte più velocemente rispetto a quelle del passato, considerato che le politiche attuali porteranno a un riscaldamento di almeno 2,7 gradi il 2100.
Secondo lo studio, inoltre, per finanziare la transizione energetica sarà necessario un investimento di 37 trilioni di dollari a livello globale, di cui solo 19 trilioni già stati destinati allo scopo. Petrolio e gas devono essere ridotti più rapidamente possibile, ma saranno comunque necessari investimenti per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico per le nostre società.
In Europa serviranno 2.500 miliardi di euro di investimenti entro il 2050 per migliorare significativamente le reti elettriche, sia in alta tensione che nella distribuzione.
Anche in Italia, in seguito alla proposta di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) avanzata dal Mase a giugno 2023, l’obiettivo è ambizioso: una “copertura rinnovabile” dei consumi energetici finali lordi del 40,5% entro il 2030 rispetto al target del 30% al 2030 del Pniec 2019. Praticamente si dovrà raddoppiare la velocità per la transizione in 7 anni.

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