Oggi parte a Dubai la Cop 28, ma gli obiettivi sul clima restano ancora molti lontani
30 Novembre 2023 05:00
Il bilancio di quanto fatto finora per attuare l’Accordo di Parigi, il Fondo per ristorare le perdite e i danni del cambiamento climatico nei paesi poveri.
Saranno questi i temi centrali della Cop28, la conferenza annuale dell’Onu sul clima, che apre i battenti oggi a Dubai e li chiuderà il 12 dicembre.
Il bilancio mostrerà l’insufficienza degli sforzi degli Stati per combattere il cambiamento climatico. E andrà ancora in scena uno scontro feroce fra i Paesi ricchi e quelli poveri.
Il bilancio delle azioni e degli impegni degli Stati per combattere il cambiamento climatico (Global Stocktake) non sarà positivo: tutti gli studi mostrano che non si sta facendo abbastanza per tenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.
L’ultimo rapporto dell’Unep, l’agenzia dell’Onu per l’ambiente, mostra che stiamo andando verso un riscaldamento da 2,5 a 2,9 gradi al 2100.
Il Global Stocktake dovrebbe dare l’indicazione ai Paesi firmatari dell’Accordo (tutti e 193 i paesi dell’Onu) di aumentare i loro impegni per la mitigazione, cioè per la riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la decarbonizzazione.
Ma non sarà facile.
Crisi energetica e tensioni internazionali hanno bloccato lo sforzo per tagliare le emissioni. Tuttavia, l’accordo fra Usa e Cina per la collaborazione sul clima, raggiunto a San Francisco a metà novembre, durante l’incontro fra Biden e Xi, fa ben sperare sulla possibilità di aumentare l’impegno globale contro il cambiamento climatico.
In particolare, alla Cop28 si punta ad intese per triplicare le fonti rinnovabili al 2030 e per aumentare gli aiuti per l’adattamento. L’aumento delle rinnovabili (insieme all’impegno per tagliare le perdite di metano) è il punto forte dell’accordo Usa-Cina e potrebbe coinvolgere altre potenze.
Quanto all’adattamento, quest’anno, secondo le previsioni dell’Ocse, si dovrebbe arrivare finalmente ai 100 miliardi all’anno di contributi ai Paesi poveri, previsti dall’Accordo di Parigi e mai raggiunti. La presidenza emiratina della Cop punta a lanciare diversi programmi di aiuti, specialmente in Africa.
L’altro tema forte della Cop28 sarà il fondo per i “loss & damage”, lo strumento per ristorare le perdite e i danni del riscaldamento globale nei Paesi più poveri, deciso l’anno scorso alla Cop27 di Sharm el-Sheikh.
I negoziati dell’ultimo anno hanno portato a una ipotesi di compromesso. Lo strumento per 4 anni rimarrà presso la Banca Mondiale, soluzione sgradita ai Paesi più poveri, poi si vedrà. La decisione finale dovrebbe essere presa a Dubai e si prevede una dura battaglia fra Nord e Sud del mondo.
Oggi, all’apertura solenne della conferenza, sono attesi a Dubai fra gli altri papa Francesco, re Carlo III e la premier Giorgia Meloni. Sarà la prima volta di un pontefice.
L’Italia porterà alla conferenza il suo Fondo per il clima da 4,2 miliardi di euro, 840 milioni all’anno in 5 anni, dal 2022 al 2026. L’inviato speciale per il clima, Francesco Corvaro, ha spiegato che “su mandato della premier, ci si chiede di investirlo prioritariamente nei paesi dell’Africa. Il governo vuole progetti reali, sui quali piantare la bandiera italiana”.
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