Dalla transizione verde 160mila nuovi posti di lavoro entro il 2030

04 Dicembre 2023 05:00

Entro il 2030 la transizione verde in Italia porterà ad almeno 160.000 nuovi addetti per ricerca e sviluppo nelle imprese.
È quanto emerge dal rapporto “Nuove competenze della R&S industriale per l’economia circolare” dell’Associazione italiana per la ricerca industriale (Airi).
Il documento stima, inoltre, che entro il 2025 più del 30% delle imprese investirà in eco-innovazione di processo e oltre il 15% in eco-innovazione di prodotto.
“Il valore ambientale entra nel campo dello sviluppo economico e produttivo, e la sostenibilità diventa un fattore distintivo dei mercati più avanzati”, ha detto il presidente di Airi, Andrea Bairati. “Creare filiere innovative e sostenibili, elettrificare ampi settori dell’economia, superare la dipendenza dall’importazione di materie prime critiche, accrescere la nostra capacità tecnologica e produttiva, investire in maniera più decisa – ha aggiunto – è essenziale per dare competitività al sistema Europa. Nel settore della mobilità, ad esempio, sappiamo che dovremo far fronte a una crescita esponenziale della domanda di batterie, con l’attesa limitazione dei motori endotermici prevista per il 2035”.
Oltre alla formazione specifica di quelle che ci sono già in azienda, sarà dunque fondamentale l’inserimento di nuove figure professionali.
Questo potenziale di nuovi addetti alla R&S si tradurrà, secondo il report, in un impiego di specialisti soprattutto nel campo dell’energia (70%) e dell’economia circolare (30%).
“In questa fase di avvio della transizione – si legge – si sta affermando soprattutto un cambiamento organizzativo nelle imprese a maggiore trazione verso la sostenibilità, ispirato ai criteri Esg. È nata così la figura apicale del Responsabile della sostenibilità, con competenze manageriali e tecnico-scientifiche, che guida e consiglia la strategia generale a livello aziendale, assistito da altre figure più specialistiche, come l’environmental manager, il social manager, il governance manager. Tra le figure più importanti si va configurando il Circular economy manager, anch’esso caratterizzato da competenze trasversali, in grado di ristrutturare l’intero apparato aziendale lavorando in sinergia con i manager già presenti in azienda, al fine di rinnovare i loro ruoli in ottica circolare”.
Un tema che non tocca solo le aziende private: molti studi sottolineano come in Italia, entro il 2026, imprese e pubbliche amministrazioni avranno necessità di quattro milioni di lavoratori di medio e alto profilo con competenze legate alla sostenibilità.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è già in corso un aumento della richiesta di professioni collegate all’innovazione tecnologica, con competenze specifiche sull’informatica, il pensiero creativo, l’analisi di dati, l’ingegneria, oltre a competenze trasversali (comunicazione, team building, problem solving), a fronte di una minore domanda di competenze legate agli strumenti tradizionali del manifatturiero. In molti casi ci potranno pensare macchine e intelligenza artificiale. Ma il saldo occupazione sarebbe comunque in attivo grazie proprio alle professioni legate alla sostenibilità e all’economia circolare.

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