Amaterasu, il super-raggio cosmico arriva sulla terra dal “nulla” spaziale
08 Dicembre 2023 05:00
Il 27 maggio 2021 un raggio cosmico incredibilmente energetico è stato intercettato grazie al Telescope Array, una struttura formata da 507 rilevatori che coprono un’area di 700 chilometri quadrati nel deserto dello Utah, negli Stati Uniti.
Si tratta del secondo raggio cosmico più intenso mai rilevato dopo quello del 1991, soprannominato “la particella Oh-My-God”, per lo stupore che provocò tra gli astronomi.
Quest’ultimo, invece, ha preso il nome dalla dea del Sole della mitologia giapponese, Amaterasu. La sua origine, però, è un mistero particolarmente intrigante: come spiega lo studio pubblicato sulla rivista Science e guidato dall’Università metropolitana giapponese di Osaka, la direzione da cui proviene punta ad una regione dello spazio relativamente vuota vicino la Via Lattea, il cosiddetto “Vuoto Locale”, dove non ci sono oggetti abbastanza energetici da averlo generato.
I raggi cosmici a elevatissima energia sono estremamente rari e si pensa che siano collegati ad alcuni dei fenomeni più potenti dell’universo, come buchi neri e lampi di raggi gamma. Queste particelle, come quella di Amaterasu, raggiungono energie straordinarie, decine di milioni di volte superiori a quella raggiunta dai più potenti acceleratori mai realizzati dall’uomo. “Quando ho scoperto per la prima volta questo raggio cosmico ho pensato che ci fosse stato un errore – commenta Toshihiro Fujii, che ha guidato lo studio – poiché mostrava un livello di energia senza precedenti rispetto a quelli rilevati negli ultimi 30 anni”.
Vista l’energia eccezionalmente elevata di Amaterasu, calcolata in 244 exa-elettronvolt (244 milioni di tera-elettronvolt), la sua traiettoria non dovrebbe essere distorta in maniera significativa da parte dei campi magnetici che incontra, e quindi la sua fonte dovrebbe trovarsi grosso modo nella direzione dalla quale è arrivata. Eppure, lì non c’è nessun oggetto astronomico che possa essere ritenuto una potenziale fonte di questi raggi cosmici. “Ciò suggerisce la possibilità di fenomeni astronomici sconosciuti”, conclude Fujii.
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