Le parole sostenibili. Cosa sono i rifiuti Raee e come vanno smaltiti

26 Dicembre 2023 05:00

L’acronimo “Raee” è l’acronimo di “Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche”.
Si riferisce a qualsiasi apparecchio o attrezzatura alimentato da corrente elettrica o da campi elettromagnetici e che è giunto al termine della sua vita utile. Questi rifiuti possono includere una vasta gamma di dispositivi, tra cui elettrodomestici, computer, telefoni cellulari, elettronica di consumo e altro ancora.
Se ne producono a milioni ogni anni il loro corretto smaltimento è di strategica importanza per l’ambiente, non solo perché possono contenere sostanze chimiche nocive, ma anche perché contengono materiali che possono essere riciclati e riutilizzati.
Ancora in pochi lo sanno, ma i cittadini hanno tre modi per smaltire correttamente i Raee.
Innanzitutto il cosiddetto “Uno contro uno”: quando si compra un prodotto equivalente a quello che si vuole dismettere, quest’ultimo si può lasciare al negoziante che è obbligato a ritirarlo gratuitamente. Per gli acquisti online occorre selezionare la voce “Ritiro Raee”, anche i venditori sul web sono obbligati a ritirarlo.
C’è poi l’ancor meno noto “Uno contro zero”: quando il tuo Raee è di piccole dimensioni (fino a 25 centimetri), il negoziante è obbligato a ritirarlo gratuitamente senza che si acquisti nulla in cambio, purché il negozio abbia una superficie di almeno 400 metri quadrati. Per i punti vendita più piccoli la raccolta è facoltativa.
Infine, ci sono i centri di raccolta comunali: in Italia sono oltre 5.000.
Ma in realtà le case sono piene di oggetti elettronici ed elettrodomestici, soprattutto di piccole dimensioni, che non usiamo più e che andrebbero smaltiti correttamente.
In moltissimi casi, però, sono chiusi nei cassetti o messi in cantina: dai cellulari (magari con la prospettiva di essere utilizzati in caso di necessità) agli asciugacapelli, dai caricatori ai giocattoli per bambini.
E quando, finalmente, decidiamo di sbarazzarcene, spesso finiscono nel bidone dell’indifferenziato senza essere smaltiti a dovere.
Un problema per l’ambiente, ma anche un danno economico.
I Raee si confermano, infatti, strategici per l’economia circolare, visto che il tasso di riciclo delle materie prime “seconde” è l’89,5% del peso di ciascun apparecchio.
Senza scordare che da una tonnellata di Raee si possono recuperare tra i 100 e i 250 grammi di oro, fino a 750 grammi di argento, 75 grammi di palladio e da 40 ai 120 chili di rame.
Lo sanno bene coloro che alimentano il fiorente sistema di smaltimento illegale, finalizzato proprio al recupero di queste materie prime preziose. Secondo una recente indagine del consorzio Erion, in Italia sono poco più di 6 su 10 i Raee, sia di grande che di piccole dimensioni, seguono il corretto percorso che porta a un impianto accreditato in grado di garantirne il corretto riciclo. Seguendo il Gps installato su 300 prodotti da smaltire, si è scoperto di tutto: tra le destinazioni anomale ci sono soprattutto i Paesi africani (Senegal, Egitto e Marocco in testa), ma anche zone residenziali e acciaierie italiane.

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