Le istituzioni del Giappone dicono addio ai floppy disk, ma è impossibile eliminarli

23 Febbraio 2024 05:00

Il Giappone, Paese tecnologicamente avanzato per antonomasia, inizia a dire addio ai floppy disk, un supporto molto diffuso negli anni Novanta e ancora usato nel Sol Levante dalla pubblica amministrazione.
Il ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria ha annunciato di aver rimosso, alla fine del 2023, 34 istanze che impongono l’uso dei floppy disk come metodo di presentazione dei dati al ministero, e un numero imprecisato di ordinanze che impongono anche l’uso dei Cd-Rom.
Le ordinanze riguardavano settori come gas, elettricità e approvvigionamento idrico, operazioni minerarie e produzione di aerei e armi.
La spinta a porre fine all’uso dei floppy disk nelle agenzie governative nasce da due problemi principali. Il primo è che i supporti fisici riducono la capacità di inviare e condividere dati online, ostacolando l’efficienza e complicando il processo di revisione o aggiornamento delle informazioni.
In secondo luogo, che è estremamente difficile trovare floppy disk in vendita poiché sono sostanzialmente scomparsi dal mercato. Sony, uno dei principali produttori, ha smesso di produrli nel 2011.
Due anni fa, Taro Kono, a capo della divisione digitale giapponese, aveva fatto una ricognizione e scoperto che ci sono circa 1.900 istanze governative, in una varietà di ministeri, che richiedono ancora l’uso di supporti fisici per l’archiviazione dei dati.

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