Comunità energetiche rinnovabili in ritardo: Piacenza ancora a quota zero
11 Marzo 2024 05:00
“Si stima per il decreto sulle comunità energetiche rinnovabili, ai fini della realizzazione dei 5 gigawatt di impianti previsti, un onere di incentivazione annuo compreso tra i 230 ed i 340 milioni di euro per 20 anni. Mentre per il decreto sull’agrivoltaico si stima un onere di incentivazione annuo di circa 30 milioni di euro per 20 anni, in conformità all’obiettivo di circa 1 Gw di impianti”.
Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Frattin nei giorni scorsi rispondendo al question time alla Camera.
Basteranno tutti questi soldi a fare decollare finalmente le cosiddette Cer, che si basano sull’autoproduzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili da parte di più soggetti?
Secondo Legambiente, no. Aiuteranno, ma quello economico non pare il principale ostacolo, che come sempre resta la burocrazia.
“Con 1 anno e 7 mesi di ritardo rispetto al previsto – afferma l’associazione – lo scorso 23 gennaio ha visto finalmente la luce il decreto attuativo circa le modalità di incentivazione per l’energia condivisa per le comunità energetiche e le configurazioni di autoconsumo collettivo normate dal Decreto 199/2021. Ad oggi, secondo i dati del Gse, sono 154 le forme di energia condivisa che si sono realizzate nel nostro Paese, tra comunità energetiche rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo. Numeri certamente importanti, considerando i ritardi burocratici e normativi, ma che avrebbero potuto essere molto più alti. Infatti, secondo la ricerca che abbiamo realizzato, avremmo potuto avere sul territorio nazionale 400 comunità energetiche rinnovabili in più, che avrebbero visto il coinvolgimento di centinaia di famiglie, imprese, soggetti del terzo settore, enti religiosi, amministrazioni comunali”.
Emilia Romagna e Piacenza – In Emilia Romagna quelle note e censite ufficialmente sono quattro: una in provincia di Bologna, due a Parma e una a MisanoAdriatico.
A Piacenza siamo fermi a quota zero. Eppure la Regione Emilia Romagna, che in materia ha approvato nel 2022 una delle leggi più avanzate in Italia, ha finanziato con quasi 200mila euro cinque progetti provenienti dalla nostra provincia per la costituzione di altrettante comunità energetiche rinnovabili. Una a Castel San Giovanni (8.400 euro di investimento, 7.560 di contributo regionale), una a Fiorenzuola (50.400 di investimento, 45.360 di contributo), una a Gragnano (63.000 di investimento, 50.000 di contributo) e due a Piacenza (97.125 di investimento, 87.413 di contributi). Ma i tempi per la loro realizzazione sono lunghi. La procedura è ancora in corso perché i beneficiari devono inviare la documentazione entro il 13 luglio, dopodiché verrà fatto il provvedimento di cessione del contributo. Il bando prevede infatti che la Cer si debba costituire entro i 12 mesi dell’atto che approva le proposte ammissibili e, quindi, entro il luglio del 2025.
Lungaggini che secondo Legambiente interessano tutte le rinnovabili: “Al 17 gennaio 2024 sono 1.376 i progetti di rinnovabili in lista d’attesa ancora in fase di valutazione: il grande fermento da parte delle imprese, non trova ad oggi riscontro nelle autorizzazioni rilasciate, vista la lentezza legata alle procedure”.
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