Veicoli, case e telefoni: in Italia sono 140 milioni gli oggetti connessi a internet
14 Aprile 2024 05:00
In Italia ci sono 140 milioni di oggetti connessi (2,4 per abitante in media) e il mercato dell’Internet of Things (IoT) continua a crescere. Nel 2023 ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentati oggi.
DOMINANO LE SMART CAR
La fetta più grande del mercato è rappresentata dalla smart car con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro, 18% del totale.
Al secondo posto, ci sono le applicazioni IoT nel mondo utility come la telelettura dei contatori di energia con 1,38 miliardi di euro (+1%). Seguono smart building (1,3 miliardi, -1%), smart city (950 milioni, +15%), smart factory (905 milioni, +16%), smart home (810 milioni, +5%).
LE CONNESSIONI CELLULARI
Nel nostro Paese ci sono 41 milioni di connessioni IoT cellulari (+5%), 100 milioni abilitate da altre tecnologie (+17%), di cui 3 milioni di connessioni tramite reti Lpwa (+25%), un tipo di comunicazioni wireless.
E rimane grande l’interesse verso le potenzialità di impiego del 5G per supportare le applicazioni di Internet delle cose. Il 18% delle grandi aziende, inoltre, ha avviato progetti di Industrial IoT nell’ultimo anno. Il 60% dei produttori di macchinari ha familiarità con impianti connessi.
LE SFIDE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Tra le grandi sfide che il mercato dovrà affrontare ci sono “l’integrazione tra IoT e Intelligenza Artificiale e un maggior focus sulla sostenibilità”, osserva Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio IoT. “È’ proprio grazie all’effettiva capacità di sfruttare l’enorme potenziale di integrazione tra IoT e IA che si porranno le basi per lo sviluppo del mercato futuro con nuovi scenari di utilizzo e benefici derivanti dall’impiego di dispositivi sempre più intelligenti. Anche la sostenibilità è sempre più al centro dell’attenzione di imprese e cittadini e l’IoT può giocare un ruolo importante. Occorre però saper sbloccare questo potenziale con il contributo di imprese, enti regolatori e pubbliche amministrazioni”.
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