Meno dighe, più pannelli galleggianti: ecco il futuro sostenibile dell’Africa
27 Aprile 2024 05:00
I pannelli fotovoltaici solari galleggianti rappresentano una valida soluzione per lo sviluppo sostenibile dell’Africa, perché possono aumentare l’energia rinnovabile nel futuro mix energetico del continente, riducendo gli impatti sugli ecosistemi e sulle comunità rispetto alla costruzione di nuove dighe idroelettriche.
Lo dimostra uno studio del Politecnico di Milano pubblicato su Nature Ecology.
Il lavoro, condotto dai ricercatori dell’Environmental Intelligence for Global Change Lab guidato da Andrea Castelletti, ha valutato come caso di studio il bacino idrografico transfrontaliero dello Zambesi, scoprendo che gli investimenti previsti per la costruzione di tre nuove dighe potrebbero essere impiegati in modo più efficiente integrando l’offerta energetica con il solare galleggiante.
no alle dighe: ecco perché
Rispetto alle soluzioni intensive, come le dighe, questo approccio ha comportato una variabilità nell’offerta di elettricità inferiore del 12% ed è risultato più robusto contro la siccità.
Su scala continentale, i pannelli fotovoltaici galleggianti installati nei serbatoi idrici esistenti potrebbero produrre tra il 20 e il 100% dell’elettricità prevista dalle dighe idroelettriche già progettate in Africa.
Usando un modello di pianificazione energetica all’avanguardia, che copre l’intero sistema energetico del continente, i ricercatori hanno scoperto che il fotovoltaico galleggiante è competitivo in termini di costi rispetto ad altre fonti rinnovabili e quindi costituisce un elemento chiave del futuro mix energetico dell’Africa.
“Utilizzando il solare galleggiante, riducendo la dipendenza dall’energia idroelettrica, le economie in via di sviluppo possono garantire un’offerta energetica più stabile e robusta alle incertezze idrologiche causate dal cambiamento climatico”, afferma Andrea Castelletti, professore ordinario di Gestione delle Risorse Naturali del Politenico di Milano. “Inoltre, il solare galleggiante evita molti degli impatti negativi che nuove grandi dighe potrebbero avere sulle comunità a valle e sugli ecosistemi fluviali”.
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