Economia circolare: Italia prima in Europa, ma investimenti in calo

20 Maggio 2024 05:00

economia circolare

Non è una novità, ma fa sempre piacere risentirlo: l’Italia è prima fra i grandi Paesi dell’Unione europea per l’economia circolare, ovvero l’economia che ricicla o riutilizza le risorse, invece di consumarle.
Ma non solo. Dal 2021 ad oggi sono raddoppiate le piccole e medie imprese italiane che mettono in atto pratiche di economia circolare. Oggi sono due terzi del totale.

I dati sono stati rivelati alla sesta Conferenza nazionale sull’economia circolare, a Roma.
Un evento organizzato dal Circular Economy Network (Cen), un’alleanza di imprese e centri di ricerca promosso dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi.

ECONOMIA CIRCOLARE: GLI INDICATORI

Le performance di circolarità delle 5 maggiori economie dell’Ue (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. L’Italia è prima con 45 punti, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26).
Gestione dei rifiuti
Il risultato positivo del nostro Paese deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti.
Siamo primi in classifica per il tasso di riciclo (72%, contro una media europea del 58%) e per la produttività delle risorse.
Generiamo 3,7 euro di Pil per ogni chilo di materia prima utilizzata, mentre nella Ue se ne generano in media 2,5 euro.
Abbiamo la produzione pro capite di rifiuti più bassa di quella media della Ue, 494 chili nel 2022 contro 513.

Economia e occupazione

Il valore aggiunto dell’economia circolare in Italia è il 2,5% del totale, nell’Unione europea è il 2,1%.
Nel 2021 nella Ue gli occupati in alcune attività dell’economia circolare erano 4,3 milioni, il 2,1% del totale. In Italia erano 613.000, cioè il 2,4%, +4% rispetto al 2017. Siamo secondi dopo la Germania, che conta in questi settori 785.000 lavoratori (1,7% sul totale).
Il 65% delle piccole e medie imprese italiane dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare: oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel 2021.

Le difficoltà

Il rapporto del Cen segnala però “una certa difficoltà dell’Italia a mantenere questa leadership”.
Il nostro paese è soltanto al terzo posto in Europa per investimenti nell’economia circolare, dietro Germania e Francia. Nel 2020 nell’Unione europea per ogni milione di abitanti sono stati depositati 0,46 brevetti sulla gestione dei rifiuti e il riciclo, cioè complessivamente 206. In Italia ci sono stati solo 21 brevetti (0,36 per milione di abitanti), il 25% in meno rispetto al 2016.
“In tempi in cui il costo delle materie prime impatta sui prezzi, il recupero e il riciclo contribuiscono – ha commentato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto – e per accelerare la ripresa, la circolarità riveste un ruolo strategico, per renderci meno dipendenti dai paesi terzi fornitori di materie prime. Pensiamo al litio, al cobalto”.

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