Nuova direttiva sostenibilità Vivida: «Sfide, ma anche opportunità per le imprese»
04 Giugno 2024 05:00
Da poco più di un anno è entrata in vigore nell’Unione europea la Corporate sustainability reporting directive (Csrd), una direttiva che ha introdotto alcuni importanti cambiamenti in tema di rendicontazione di sostenibilità e che ha generato un certo fermento tra le imprese.
la rendicontazione di sostenibilità
Innanzitutto occorre spiegare che cosa sia la rendicontazione di sostenibilità. “È una pratica aziendale utile a completare le informazioni presenti nel bilancio d’esercizio – spiegano i consulenti di Vivida&Partners, società piacentina specializzata in questo settore – perché fornisce indicazioni rispetto alle performance aziendali, ma prende in considerazione aspetti differenti da quelli finanziari. Un’organizzazione, infatti, interagisce con l’ambiente, con il contesto sociale ed economico, e questa interazione produce degli effetti che possono essere misurati, monitorati e gestiti attraverso la raccolta di dati quantitativi e informazioni qualitative”.
Per rendicontare questi dati si utilizzano delle regole precise, basate su standard internazionali, e si affrontano questioni di tipo ambientale (ad esempio consumi energetici ed emissioni, gestione rifiuti, inquinamento), sociale (diversità e inclusione, diritti dei lavoratori, equità retributiva) e di governance (etica aziendale, prevenzione e individuazione della corruzione attiva e passiva).
“Esistono diversi standard – precisa il team Vivida – ma, fino a oggi, il più utilizzato era quello della Global reporting initiative (Gri). Soltanto alcune imprese sono obbligate per legge a rendicontare le loro performance Esg (Environment, social, governance), ma molte organizzazioni lo fanno in forma volontaria e redigono un documento noto come bilancio di sostenibilità“.
LE NOVITà DELLA CSRD
Da qualche mese è arrivata anche la Csrd: “Tra le principali novità che ha introdotto – chiariscono i consulenti Vivida – ci sono l’ampliamento della platea di imprese chiamate a rendicontare e l’obbligo di utilizzare gli stessi principi di rendicontazione, i nuovi European sustainability reporting standards (Esrs). La scelta di adottare un unico standard ha lo scopo di raggiungere una maggior comparabilità e coerenza delle informazioni che verranno fornite dalle organizzazioni”.
Gli Esrs, rispetto agli standard finora utilizzati, approfondiscono la richiesta di dati sugli impatti generati coinvolgendo anche la catena del valore delle imprese, inoltre pongono particolare attenzione alle strategie di sostenibilità dell’organizzazione stessa e agli obiettivi di miglioramento che essa dichiara.
La direttiva ha anche reso obbligatoria la revisione e l’attestazione di conformità della rendicontazione di sostenibilità e, di conseguenza, richiederà una maggior attenzione sulle procedure di verifica e di controllo di tutti i processi di raccolta e analisi delle informazioni.”La Csrd rappresenta una sfida per le imprese – sottolinea Vivida – ma è anche un’occasione per innovare processi interni e prodotti, per migliorare la gestione dei propri impatti e trasformare la sostenibilità in una leva strategica. Inoltre, poiché la direttiva porterà risultati anche in termini di maggior trasparenza, chiarezza e accuratezza dei contenuti della rendicontazione, questo cambio di passo agevolerà le imprese nel dialogo con gli stakeholder (portatori di interessi)”.
INCONTRI SU OBBLIGHI E OPPORTUNITà
Nuovi obblighi, ma anche grandi opportunità. A patto ovviamente che si riesca ad assolvere i primi e soprattutto a sfruttare le seconde. “Ci occupiamo di rendicontazione di sostenibilità da dieci anni e, consapevoli di come le norme possano avviare trasformazioni importanti nelle imprese, abbiamo deciso di organizzare una giornata di approfondimento intitolata “Rendicontare la sostenibilità-La Csrd e la sua applicazione. È possibile scegliere tra due sessioni: 12 o 27 giugno. Per informazioni e iscrizioni basta inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]”.
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