La cultura sportiva ed i giovani. Il Panathlon biancorosso è rinato
25 Ottobre 2012 22:32
Il Panathlon International ritorna a Piacenza e riparte il suo cammino, dopo tanti anni, con il convegno “Giovani e sport. Sport progetto di vita”, in luce all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Campioni ed “attori” del mondo sportivo si raccontano, parlando di sportività a 360 gradi: dalla competizione allo stress da partita, dai valori fino alla missione portata in grembo.
L’apertura è di Luigi Ballani, presidente del neo-costituito Panathlon Club Piacenza Primogenita, seguita dall’intervento dell’assessore allo sport del Comune di Piacenza, Francesco Cacciatore.
Poi tocca agli sportivi, coordinati dal giornalista Paolo Gentilotti, caposervizio dello redazione sportiva di Libertà, e dal rappresentante della Federazione Pallanuoto Piacenza, Gianmarco Lupi.
“Faccio l’allenatore come sono stato padre di famiglia, al di là della retorica – racconta Paolo Ragosa, campione del mondo di pallanuoto nel 1978, attuale ds della Pallanuoto Farnese ed allenatore di una formazione romana -. Non ho segreti, semplicemente educo le ragazze che alleno e mi occupo di tutte loro con passione. Pensare che abbiamo iniziato ad allenarci in una pozza d’acqua, praticamente”.
Tra gli sportivi-testimonial di serata, il piacentino Alessandro Bossalini, nazionale di scherma che ha mosso i suoi primi passi atletici al circolo Pettorelli: “Ho trovato meno difficoltà a gestire i rapporti tra olimpionici rispetto a quelli del settore giovanile. Il campione è lì ed è un professionista con le scelte che ne derivano. Al contrario, giustificare ad un giovane che non puoi convocarlo ad una selenzione del tuo piccolo club, è molto più difficile. La sconfitta più brutta è quando un ragazzo non riesce a rapportarsi con le proprie aspettative”.
Per l’ex nazionale di basket Mario Boni, lo sport è “soddisfazione quando vai in campo a confrontarti con gli altri, senza accettare compromessi. Ho smesso quest’anno a 49 anni: negli ultimi tempi, era una grande sfida misurarmi con ragazzi molto più giovani di me”.
Parlando di piccoli sportivi che crescono, attenzione all’emotività. “Anche loro vanno sotto stress”, sottolinea lo psicologo sportivo Matteo Boccedi. “Non bisogna caricare troppo i giovani”.
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