Alla Nuova Spes si va controcorrente: Papa Francesco meglio di Messi

01 Novembre 2013 08:15

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“Fieri di andare controcorrente”:a campeggiare sulle maglie della Nuova Spes non ci sono sponsor, bensì il riferimento ad un’esortazione che nello scorso mese d’agosto Papa Francesco lanciò ai giovani. Pure quella frase del Pontefice venuto “dalla fine del Mondo” colpì nel segno e per i dirigenti della Nuova Spes, capeggiati dal presidente Maurizio Russo, ecco la folgorazione.
“Abbiamo fatto nostro quel messaggio – ha detto ai nostri microfoni Francesco Sartori, responsabile tecnico del settore giovanile – pensando che potesse interpretare al meglio la nostra idea di fare calcio”.
E alla Nuova Spes si va davvero controcorrente. Lo si fa non solo a parole, ma con i fatti. Per gli oltre 230 ragazzini gestiti all’interno del vivaio della formazione di Borgotrebbia, le regole sono chiarissime e ad inizio anno, ogni genitore che affida i propri figli alle cure dei mister gialloblu, firma un autentico patto.
“Si tratta di un patto formativo con il quale si mette in chiaro che i risultati rappresentano l’ultimo fattore al quale badare: noi pensiamo in via prioritaria alla crescita umana dei nostri giovani atleti. Per farlo, abbiamo allacciato rapporti saldi con le principali agenzie educative, quali la scuola e la parrocchia”.
Si va dunque alla riscoperta di quei valori sportivi ed educativi tanto invocati ma dei quali spesso ci si ricorda soltanto nel corso delle dichiarazioni d’intento di inizio anno, ma che troppo spesso non trovano vera applicazione in campo. Le classifiche? Alla Nuova Spes non ne vogliono nemmeno sentir parlare, con buona pace di quei genitori che pensano di poter contare sul novello Messi in famiglia, costretto spesso e volentieri a far posto al ragazzino che al gioco del calcio si avvicina per trovare una cosasoltanto: divertimento.
E chissà, da oggi, accanto alla passione vera di Papa Francesco per i colori del S.Lorenzo de Almagro, potrebbe trovar posto pure la squadra del quartiere di Borgotrebbia, di certo non la fine del mondo, bensì l’avvio di un nuovo modo di concepire lo sport più bello.

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