Calcio dilettanti: “In molti non vogliono giocare per paura del contagio”
07 Ottobre 2020 10:25
“Si respira un clima di tensione e paura. Quando il mister chiama dicendo che un ragazzo della rosa non sta bene e presenta qualche sintomo, scatta il panico. Una situazione davvero surreale”.
I campionati di calcio dilettanti – dall’Eccellenza alla Terza Categoria – devono ancora partire (scatteranno domenica prossima), eppure tra i presidenti, e più in generale le società sportive, filtra già molta preoccupazione. L’andamento dei contagi, in crescita anche nella nostra provincia così come nel resto del Paese, non fa dormire sonni tranquilli giocatori e dirigenti.
Il primo caso di Covid nel calcio dilettanti post-lockdown, con un giocatore della Sannazzarese trovato positivo al tampone venerdì scorso, ha gettato nel panico l’intero movimento. Oltre al timore di contrarre il contagio, spaventa la lunga quarantena (14 giorni) che prevede il protocollo dell’Ausl per coloro che sono entrati in contatto con un positivo.
“Diversi giocatori non vogliono più allenarsi – fa sapere il dirigente del Vigolzone Andrea Tagliaferri -. Figuriamoci riprendere il campionato. Per molti di loro, che siano dipendenti o liberi professionisti, due settimane di quarantena equivalgono alla perdita del lavoro. Il calcio, in questo modo, non è più un divertimento”.
“Non siamo professionisti – gli fa eco il presidente della Sannazzarese Massimo Berni -. Per noi non è previsto il giro di tamponi periodico e questo aumenta notevolmente il rischio di contagio all’interno dello spogliatoio. Come se non bastasse, molte strutture sono piccole e non adeguate per fronteggiare tale emergenza. Il campionato non può partire in queste condizioni”.
Per quanto riguarda la Sannazzarese, oltre al positivo di venerdì scorso, sarebbero altri tre i contagiati (di cui due asintomatici).
Timori anche dal mondo arbitrale: il presidente della sezione di Piacenza, Domenico Gresia, ha spiegato che “alcuni giovani arbitri, spaventati dal proliferare le virus, hanno chiesto dei congedi perché non se la sentono di scendere in campo in questa situazione di emergenza. Da arbitro sono comunque convinto che i pericoli, per noi, sono molto minori rispetto ai calciatori. I miei ragazzi rispettano i protocolli e questo mi fa sentire tutto sommato sereno”.
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