Huber Rossi sempre più stella del duathlon: suo anche l’Europeo in Romania
08 Luglio 2021 02:00
Sono gli stimoli che fanno andare avanti il mondo. Il desiderio della scoperta, dello spingersi sempre più in là, dell’andare oltre i propri limiti. Nella vita come nello sport. Ed è per questo che i grandi campioni li riconosci dalla “fame”, dalla voglia di non fermarsi mai nemmeno di fronte a vittorie pazzesche, dalla passione che arde nei loro occhi. È il caso del piacentino Huber Rossi, allenatore professionista e stella internazionale del duathlon, che pochi giorni fa a Targu Mures (Romania) ha conquistato il suo quarto campionato Europeo di duathlon sprint nella categoria age group, riservata agli atleti dai 40 ai 44 anni. Cinque chilometri di corsa, 20 in bicicletta e altri 2 chilometri e mezzo di corsa: Rossi ha completato il percorso in 55 minuti e 10 secondi, un crono a dir poco mostruoso.
Il lockdown e la lontananza dalle gare non ti hanno arrugginito. “Tutt’altro, mi hanno dato la forza per tornare più in forma che mai. Ammetto che la mia partecipazione a questi Europei è stata in forse fino all’ultimo: tra tamponi, vaccini e quarantene varie ho avuto qualche tentennamento, anche se alla fine ha prevalso la voglia di tornare alle competizioni e di misurarmi con atleti di tutto il mondo. Emozioni che a causa della pandemia non respiravo da un anno e mezzo. Non conoscendo bene il livello di tutti i miei avversari la tattica è stata quella di partire molto forte nella fase a piedi: ho corso con un ritmo di 3 minuti e 10 secondi al chilometro, balzando subito al comando e immagazzinando un distacco di circa 20-25 secondi sul gruppone all’inseguimento. Vantaggio che sono riuscito a conservare anche durante i 20 chilometri in bici, con un percorso a saliscendi attraverso la bella cittadina di Targu Mures davvero molto tecnico. Le salite erano corte e mi consentivano di spingere parecchio per poi recuperare in discesa, tenendo sempre d’occhio i miei diretti inseguitori. Quando sono sceso dalla bici il vantaggio era talmente ampio che sono riuscito a correre i due chilometri e mezzo finali con un po’ più di tranquillità. Tagliare il traguardo dopo così tanti mesi di stop è stato bellissimo. Un’emozione che mi ha ricordato il perché sono così innamorato di questa disciplina e dello sport in generale”.
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